GROSSETO – Una lettera aperta al proprietario del cane ucciso a Follonica da un cacciatore. A scriverla è Giacpomo Bottinelli (nella foto a destra), responsabile provinciale della Lav che, rivolgendosi direttamente al padrone di Scooby si dice stupito «Il suo cane Scooby è stato appena ucciso da un cacciatore. Una persona che, commettendo peraltro un grave reato, si è deliberatamente divertita a piazzargli due pallettoni da cinghiale nel fianco senza alcuna apparente ragione. Lo dice lei che Scooby era socievole e non dava fastidio a nessuno. E non prendiamoci in giro: non è stato un caso o un errore. Due pallettoni sono troppi – afferma Bottinelli -. Ma tra le sue affermazioni leggo che non bisogna avercela con i cacciatori. Mi scusi, ma con chi bisogna avercela allora? Vede, ogni anno le campagne maremmane vengono invase da migliaia di questi personaggi armati che sovente sconfinano dove non dovrebbero e hanno il diritto sancito di attraversare persino le proprietà private, se non si tratta di fondi chiusi.»
«Sono 9.500 solo i residenti in provincia ed è evidente che non tutti sono gente equilibrata – continua Bottinelli -: il suo cane ne è la triste testimonianza. E le vittime non sono solo gli animali, massacrati legalmente e illegalmente, ma anche molti esseri umani. In Maremma gli incidenti sono già cominciati all’apertura e lo scorso anno abbiamo contato anche un morto. Ha fatto davvero bene il Questore a negare alla LAV la possibilità di manifestare nelle campagne. Le campagne non sono un luogo sicuro in periodo di caccia.»
«Lei però, nonostante la morte del suo amico fedele – prosegue la Lav -, continua a difendere i cacciatori, senza rendersi evidentemente conto che il suo non è un caso isolato. Spero che rifletta, perché chi impugna l’arma che ha vigliaccamente ucciso il suo Scooby non è certo una persona sana di mente; eppure ha un tesserino venatorio, imbraccia un fucile potente ed è sfuggito ai controlli psicologici che dovrebbero essere severi. Quanti altri sono sfuggiti agli stessi di fatto inesistenti controlli? E come mai un autista di autobus riceve test a sorpresa su droga e alcol, mentre nulla di tutto ciò si fa con i cacciatori?»
«Ci sono molte cose alle quali ripensare. Anche per chi non ama gli animali, ma tiene solo ed egoisticamente alla propria incolumità. E speriamo che la gente se ne accorga presto, perché siamo certi che gli inquirenti, troppo presi da casi umani, non troveranno mai l’assassino di Scooby, che – conclude Bottinelli – continuerà a sparare liberamente.»