GROSSETO – Riforma delle province e spending review, anche Sinistra Ecologia e Libertà dice sì all’ipotesi dell’unione tra Grosseto, Siena e la Val di Cornia. Tra pochi giorni, entro il 2 ottobre, la regione dovrà ricevere le prime proposte avanzata dal Consiglio delle Autonomia Locali che per il momento sembra non aver ancora trovato un accordo.
Davide Buzzetti (nella foto), segretario provinciale di Sel, è favorevole alla nuova realtà che include Siena e Piombino e pone però l’accento sul ruolo di Grosseto.
«Se davvero ci vogliamo candidare ad essere capoluogo della Toscana del sud – dice Buzzetti – dobbiamo comprendere che dovremo saper essere il centro culturale oltreché politico ed economico di quest’area, una sfida da accettare e cavalcare consapevoli che Grosseto dovrà competere per questo e non per il numero di abitanti che di per sé non significa nulla. In quest’ottica siamo favorevoli ad una grande provincia che mette insieme Grosseto, Siena e Piombino, un’area abbastanza omogenea che avrà però bisogno di un capoluogo forte per essere governata».
«Detto ciò sappiamo che il taglio delle province deve discendere anche da un dibattito partecipato a livello regionale per dare organicità all’intero assetto delle autonomie locali che ne uscirà dopo l’attuazione della legge. Inoltre il taglio delle provincie cosi fatto non produrrà degli effettivi risparmi, il governo avrebbe fatto meglio a ragionare non su tagli orizzontali ma su una più ampia riforma dell’amministrazione pubblica per togliere davvero gli sprechi senza mortificare quelle che invece sono le positive azioni che gli enti locali mettono in atto».
«I tagli cechi che mettono tutti sullo stesso piano non possono che penalizzare quelle amministrazioni virtuose che già avevano negli scorsi anni messo in atto operazioni di risparmio e di efficienza, purtroppo questo governo ha fallito su uno dei punti più attesi, il taglio dei costi della politica; è stato durissimo con le piccole amministrazioni e non ha minimamente toccato i privilegi dei partiti o del parlamento o dei consigli regionali. Una logica che non ci convince e che, come quella del taglio delle circoscrizioni, ha il solo effetto di ridurre la democrazia e aumentare la distanza dello stato ai cittadini».