GROSSETO – «Anche per la caccia è tempo di abbandonare gli stereotipi. Domani ha inizio una stagione venatoria che potrebbe sancire l’avvio di un nuovo percorso, se solo si rinuncerà alla logica perniciosa dello “scontro fra civiltà”.» così comincia la lettera aperta scritta dal presidente della provincia Leonardo Marras a cacciatori e ambientalisti perché trovino un punto d’incontro. «Il rischio è sempre lo steso: quello che gli opposti e minoritari estremismi che frequentano sia il mondo venatorio che quello ambientalista, finiscano per oscurare le tante buone ragioni che animano la maggioranza dei cacciatori e degli ambientalisti. Offrendo all’opinione pubblica – continua Marras – la rappresentazione grottesca di due realtà inconciliabili e in eterna contrapposizione. In questo senso credo abbia fatto bene il questore a impedire che la legittima manifestazione organizzata dagli animalisti a Pian di Barca possa venire a contatto con i cacciatori nel giorno di apertura della stagione venatoria.»
«D’altra parte – prosegue il presidente della provincia -, mi piacerebbe davvero che qui in Maremma, come nel resto del Paese per altre grandi questioni di natura etica, sulla caccia si cominciasse a dare per assodato che ognuno è libero di seguire le proprie convinzioni, senza per questo imporle agli altri. E penso anche che l’ossequio a questo principio di laicità ha come conseguenza che tutti quanti debbano accettare regole che vanno rispettate, e che in quanto tali limitano in parte la libertà e le aspettative di ciascuno di noi.»
«Con questo voglio dire che sia il mondo venatorio che quello ambientalista sono a loro modo due facce dello stesso civismo con cui in moltissimi vivono il rapporto con l’ambiente in un territorio così connotato dalla natura com’è il nostro. Naturalmente – puntualizza Marras – al netto di estremismi e atteggiamenti irresponsabili che purtroppo, per quanto minoritari, si manifestano sempre. Nelle nostre terre la caccia ha tradizioni secolari ma continua a mantenere le caratteristiche culturali della ruralità, della socialità e della cura del territorio. Fino ad esser diventata uno strumento indispensabile per la gestione scientifica della fauna selvatica. La moderna cultura ambientalista, che pure muove da tutt’altre premesse, si connota anch’essa come fattore determinante nella promozione di valori civici e di buone pratiche di gestione faunistica e ambientale.»
«Ecco, onestamente penso che i diversi approcci alla fruizione e conservazione del nostro habitat naturale abbiano entrambi diritto di cittadinanza, e anche, in verità – sottolinea la lettera di Marras -, molti punti di contatto. Così come penso che la convivenza fra diversi sia elemento qualificante di quel civismo che ancora permea le nostre comunità. Per questo mi auguro che la stagione venatoria si apra all’insegna della serenità, e soprattutto nel rispetto pieno e incondizionato di regole secolari, e più recenti, che hanno l’unico obiettivo di garantire l’incolumità di chi è cacciatore e di chi cacciatore non è. Oltreché, naturalmente – conclude -, l’equilibrio biologico delle specie cacciate.»