GROSSETO – Il Regolamento urbanistico è stato solo un modo per Bonifazi per farsi rieleggere. Lo afferma in una nota Fabrizio Rossi consigliere comunale gruppo PDL e Membro della IV° commissione consiliare. «Anche la curia è vittima delle promesse non mantenute di questa amministrazione» afferma parlando del Dormitorio. Rossi ricorda come, in merito al Regolamento urbanistico, l’architetto Gorelli avesse al tempo sottolineato «come le osservazioni della Regione Toscana erano ampiamente preventivate sia sul dimensionamento, sia sul consumo di nuovo suolo. Peccato che le osservazioni dell’ente sovraordinato sono giunte tecnicamente dopo il 15 e 16 maggio 2011, ad urne ormai chiuse e hanno aperto gli occhi alle migliaia di grossetani che erano stati indotti a vedere questo regolamento come la panacea di tutti i mali locali o, forse, una buona occasione per scorgere uno spiraglio di luce nella crisi economica delle famiglie e dell’impresa locale.»
«Non avevamo compreso invece, quanto potesse costare una promessa elettorale non mantenuta e – prosegue Rossi -, in nostro aiuto, è arrivata la ormai famosa questione del dormitorio, tanto sostenuta dalla diocesi di Grosseto che ha impegnato ben € 200 mila per acquistare un terreno all’asta nella zona di villa Pizzetti. S. E. il Vescovo Mons. Agostinelli, sin dal suo arrivo in città ha da sempre manifestato la sua intenzione di realizzare un dormitorio. Non credo che senza suggeritori interni all’amministrazione comunale la curia si sarebbe mossa per acquistare quel particolare terreno individuato (casualmente?) anche nei progetti PIUSS. Rammento che è ben visibile nel sito del Comune di Grosseto di cosa stiamo parlando: uno dei progetti bandiera è la Realizzazione di Centro per attività di contrasto al disagio – Villa Pizzetti. Non solo: personalmente mi sono confrontato con il Vescovo e mi ha garantito in tempi non sospetti, che l’area era quella individuata ed acquistata.»
«Peccato però che quell’area che era stata indicata alla curia, che non ha certo scopi di lucro – afferma ancora il Pdl -, risulta essere di invarianza strutturale, codificata nello statuto dei luoghi del Piano strutturale e quindi non modificabile dal regolamento urbanistico. Ma se il piano strutturale, approvato nell’anno 2006, già prevedeva l’invarianza perché la curia si sarebbe adoperata ad acquistare il terreno sul quale non era possibile edificare alcunché? E come mai nei progetti PIUSS è indicato il centro di contrasto del disagio (lo ricordo, investimento ammissibile pari a € 2.267.500) con tanto di documento di orientamento strategico datato 29 gennaio 2009, progetto n. 5?»
«Anche in questo caso a pensar male, forse, ci si azzecca. – sottolinea Rossi, che conclude – La promessa degli amministratori locali al Vescovo di Grosseto non sarà mantenuta, ma nel frattempo nessuno restituirà € 200mila alla curia che li ha spesi inutilmente e in buona fede per una giusta causa, ma indotta in errore.»