di Simone Paradisi
FOLLONICA – Fiori d’arancio in casa delle farfalle d’oro della ginnastica ritmica italiana. Convolano a nozze a fine mese, nella cornice del municipio di Follonica, l’allenatrice della nazionale italiana di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani e quello che da anni è il suo compagno, il follonichese Moreno Buccianti (nella foto la coppia).
Il loro matrimonio civile sarà celebrato dal sindaco di Follonica, Eleonora Baldi, sorta di suggello ad un matrimonio metaforico, quello che le farfalle della ginnastica ritimica hanno stretto con Follonica ormai 15 anni fa eleggendola a base di appoggio dei loro allenamenti estivi.
Emanuela Maccarani, 46 anni, milanese, ha guidato negli ultimi anni la ginnastica ritmica italiana a prestigiosi traguardi internazionali, non ultimo la conquista della medaglia di bronzo nelle Olimpiadi svoltesi a Londra lo scorso luglio. Moreno Buccianti, 56 anni, dipendente del comune di Follonica, è invece da sempre un punto di riferimento per gli sportivi follonichesi e non solo. Moreno allena la Seleçao Sacerdoti Calcio, la squadra nazionale dei sacerdoti che officiano in Italia, e prima ancora di sedere in panchina ha calcato i campi da calcio della Maremma intera.
Centravanti dalle maniere spicce forte fisicamente e ben fornito in centimentri, Moreno Buccianti esordisce a 15 anni nelle giovanili della Massetana. Militerà poi, soltanto per citare alcune squadre, nel Follonica, nel San Vincenzo, nel Suvereto, nel Portoferraio, nel Castelnuovo Val di Cecina, nello Scarlino, sempre oscillando tra la seconda categoria ed i campionati di promozione. Tutto questo senza dimenticare la sua militanza nel Gavorrano quando i rossoblù metalliferi, nei primi anni ’80, militavano nelle categorie dilettantistiche e se la vedevano con le squadre del circondario inseguendo l’obiettivo agognato della salvezza. Molta acqua è passata sotto i ponti per il Gavorrano, ma anche per Moreno Buccianti. Il fatidico sì giungerà per lui il 30 settembre prossimo, pronunciato, c’è da scommetterlo, con la stessa freddezza e determinazione con cui, diversi anni fa ormai, affrontava sui campi da gioco il dischetto del calcio di rigore.