di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Il comune non vuole fare cassa sulla pelle dei bambini, anzi, alla fine, con la ristrutturazione delle tariffe si incasserà meno dello scorso anno» L’assessore Luca Ceccarelli respinge al mittente le accuse formulate dai babbi e dalle mamme del Comitato genitori Iside.
«Salta all’occhio come le vecchie tariffe fossero veramente troppo basse – prosegue Ceccarelli – la fascia più alta nei nidi, lo scorso anno, pagava 248 euro contro le 400 dell’anno 2012 2013, mentre alle scuole materne siamo passati da 124 euro a 300. È vero che sono raddoppiate, ma stiamo parlando di una fascia Isee di 28 mila euro che corrisponde ad un reddito lordo di 65 mila euro. Per quanto riguarda le fasce intermedie invece la cifra è rimasta grossomodo invariata»
«Abbiamo cambiato le regole per permettere alle fasce più deboli di fruire di un servizio da cui erano escluse, è ovvio che chi ha di più paga di più, questo è un principio espresso anche nella Costituzione – prosegue Ceccarelli – ma bisogna considerare che la permanenza di ogni bimbo, al comune, costa 1.200 euro al mese. Le famiglie che pagano 300-400 euro si trovano comunque a contribuire per un terzo, un quarto della spesa, tra il 33 e il 25%.»
Ceccarelli parla di due fasi: la modifica dei criteri di accesso e la rimodulazione delle tariffe, un nuovo sistema in cui sono stati inseriti criteri che prima non venivano considerati, come l’isee «che non è l’unico metro di giudizio» tiene a sottolineare l’assessore, o il fatto che è venuta meno la famosa postilla per cui il figlio di genitori che hanno due diverse residenze è avvantaggiato, perché il reddito su cui modulare la tariffa è quello di un solo genitore, quello convivente «Il rischio era quello che un genitore prendesse la residenza nella casa al mare per pagare di meno»
Quanto all’accusa che, con l’introduzione del parametro del reddito, si avvantaggino, di fatto, gli evasori, Ceccarelli non nega che questa sia una preoccupazione che si è posta anche il comune «Proprio per questo abbiamo disposto, di comune accordo con la Guardia di Finanza, di procedere non più a controlli a campione, ma a controlli sistematici a tappeto per le fasce di reddito più basse. Doveva essere una cosa a cui non dare pubblicità – ha commentato l’assessore – ma si deve essere sparsa la voce perché qualche famiglia della prima fascia, che non doveva versare nulla, contattata da Iside, ha rinunciato all’asilo, forse per scampare agli inevitabili controlli»
«Per quanto riguarda le firme – ha detto ancora Ceccarelli – se chiedi alla gente se pensa che gli asili debbano costare meno probabilmente firmano tutti. È legittimo che i genitori tutelino il loro interesse, ma si tratta comunque di un interesse particolare, che riguarda una trentina di persone, mentre un amministratore deve tutelare l’interesse generale.»
Quanto al ricorso al Tar paventato dalle mamme, Ceccarelli non sembra preoccupato. «Il Tar non può intervenire sul merito della decisione, ma solo se c’è un errore formale.»
Il punto incriminato, secondo i genitori, è la parte in cui si afferma che “le quote di compartecipazione non potranno essere modificate per l’anno scolastico 2012 2013” «Non abbiamo mai detto che le tariffe sarebbero state invariate – continua l’assessore all’istruzione – tanto che nella domanda, al punto uno, si legge che il genitore “dichiara infine di contribuire alle spese secondo le modalità determinate dall’istituzione e approvate dal comune di Grosseto”. Questo significa che, una volta accettato, la tariffa non sarà variata per tutto l’anno scolastico che però parte da settembre, non a luglio.»
Su un solo punto il comune è disposto ad un passo indietro, nel caso di famiglie numerose, con due o più bambini «porremo un tetto di spesa per coloro che hanno più bambini all’asilo – precisa Ceccarelli – stiamo facendo in questi giorni delle simulazioni per stabilire le quote di compartecipazione. Ma questo è quanto, il resto dell’impianto non si tocca.»
Quanto alle rimostranze dei genitori che affermano che, per questi prezzi avrebbero potuto mandare i propri figli nelle strutture private l’assessore sorride «È come se qualcuno mi offrisse una Ferrari a 20 mila euro e io rispondessi che un’utilitaria mi costa meno. Non che non ci siamo buoni asili privati, ma non è la stessa cosa, la qualità dei nidi comunali è altissima e – conclude Luca Ceccarelli – riconosciuta a livello regionale.»