GROSSETO – Una serie di ordini incompleti da parte del comandante Francesco Schettino seguiti da incomprensioni con il timoniere che non capisce cosa deve fare o che sbaglia ad eseguire, e infine roberto Ferrarini, Fleet Crisis Coordinator di Costa Crociere che non riesce a comprendere la gravità di quanto avvenuto.
E’ una situazione di confusione quella che c’era in plancia di comando della Concordia prima dell’impatto con lo scoglio dell’Isola del Giglio. Così, almeno, la descrivono i periti del gip di Grosseto. ”Queste dinamiche – è la conclusione – hanno sicuramente aggravato una situazione già di per sé critica e possono avere concorso al verificarsi della collisione avvenuta immediatamente dopo”. ”Alle 21:39:31 – elencano i periti – il comandante ordina 300. In questo modo l’ordine non è incompleto, in vicinanza della costa (circa un miglio) è opportuno specificare l’angolo di barra del timone con cui effettuare l’accostata, determinando la velocità con cui la nave accosta”. ”Alle 21:40:50 – continuano – a seguito di un nuovo ordine di rotta non compreso immediatamente dal timoniere, più persone partecipano al dialogo per riuscire a chiarire l’ordine impartito”, mentre poco dopo i periti scrivono che ”dalla concitazione dei dialoghi appare che il timoniere non sia reattivo come dovrebbe e che talvolta non comprenda, soprattutto in una situazione delicata come la vicinanza alla costa”. ”Dalle 21:44:48 alle 21:45:02 si rileva che il timoniere sbaglia a eseguire l’ordine del comandante”.
”Dalla successione degli eventi e dai relativi aggiornamenti della situazione provenienti da Schettino, Ferrarini sembra non avere il reale polso delle condizioni della nave”. È quanto scritto nella relazione tecnica dei consulenti nominati dal gip di Grosseto Valeria Montesarchio. Roberto Ferrarini, ossia la persona che a terra ha la responsabilità e l’autorità di gestire le prime fasi della situazione di crisi. Secondo i periti ”quando Schettino, alle ore 22.27.05, lo informa circa la presenza di tre compartimenti allagati, questi avrebbe dovuto suggerire prontamente al Comandante che in questa condizione la stabilità della nave era ormai compromessa procedendo alla diramazione dell’emergenza generale e successivo abbandono nave”. ”Invece – prosegue la relazione – da quel momento trascorrono 6 minuti prima che Schettino acconsenta all’emergenza generale e circa 27 minuti all’annuncio di abbandono nave”. ”Se appropriati suggerimenti fossero pervenuti a Schettino da Ferrarini, – concludono i periti – i tempi per attivare le procedure di emergenza sarebbero stati più celeri”.