GROSSETO – «Anche quest’anno il pareggio con cui la Asl 9 chiude il proprio bilancio nasconde un ‘rosso’ da 2,6 milioni di euro. Anche a Grosseto il metodo contabile dei belletti che ha prodotto gli scandali di Massa e Siena». E’ quanto osservano i Consiglieri regionali del Pdl Alessandro Antichi, Andrea Agresti e Stefano Mugnai (Vicepresidente Commissione sanità) commentando le notizie circa il bilancio 2011 della Asl 9 di Grosseto. La chiusura che si registra è in pareggio. «Sono i revisori dei conti – si legge nella nota -, nell’approvare il documento con qualche riserva, a sottolineare che questo esito non è sostanziale bensì risulta da poste di natura straordinaria senza le quali ci sarebbe in realtà un disavanzo di 2,6 milioni di euro.»
«Siamo dinanzi alle solite logiche perverse che hanno prodotto gli scandali contabili nella Asl 1 di Massa Carrara – afferma il Pdl -, dove la voragine ha raggiunto quota 402 milioni, e nella Asl 7 di Siena, dove il bilancio che fino al maggio scorso si prevedeva in pareggio registra invece un passivo di 10 milioni e mezzo. Ecco: ci piacerebbe evitare che accadesse anche altrove. Per questo – ricordano Antichi, Agresti e Mugnai – vorremmo che a Grosseto non si perseguisse l’estetica dei bilanci ‘in pari’ ad ogni costo, ma si prendesse atto che occorrono trasferimenti adeguati e un serio programma di diversificazione e qualificazione dei servizi».
«I dati – constata il Pdl (parlando delle fughe di pazienti verso altre Asl) – sono impressionanti e dimostrano che i servizi, evidentemente, non sono all’altezza dell’orizzonte d’attesa dei pazienti. Finché la Regione indirizzerà le Asl a praticare una gestione attenta a un risultato di bilancio immediatamente spendibile politicamente, come il non-pareggio della Asl 9 per il 2011, i servizi non verranno calibrati sugli effettivi bisogni di salute espressi dalla popolazione. Si tratta di una politica davvero poco strategica né lungimirante, che spinge i cittadini a rivolgersi altrove innescando una spirale complessivamente discendente sulle entrate della Asl. Solo riportando il paziente al centro del sistema sanitario regionale come noi sosteniamo da tempo – concludono Antichi, Agresti e Mugnai – si potrà invertire la rotta.»