di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Torna a complicarsi la situazione economico-lavorativa dell’azienda Mabro. La spaccatura tra i dipendenti, quel 77 a 75 che aveva regalato una fiducia risicata alla proprietà, torna prepotentemente di attualità. La corsa contro il tempo, per rispettare le commesse, segna inevitabilmente il passo, visto che la scadenza di una prima parte dei capi da consegnare a una griffe parigina è fissata per il 15 settembre. Obiettivo praticamente impossibile da raggiungere, senza un impegno giornaliero di otto ore da parte dei lavoratori, compreso coloro che avevano scelto di seguire la strada dello sciopero al 50%. Ecco quindi che l’azienda aveva chiesto ai 75 dipendenti di tornare a lavorare a tempo pieno, pur ricordando che il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma precisando che senza l’impegno di tutti non ci sarebbe stato futuro per l’azienda. In pratica scadenze non rispettate nelle consegne, con conseguente danno economico e di immagine.
La risposta delle maestranze non si è fatta attendere, attraverso una conferenza stampa convocata dalla Rsu della Cgil che di fatto inaugura un nuovo braccio di ferro. I dipendenti infatti, sono apparsi esasperati dalla situazione e tornano a chiedere garanzie, non tanto per il futuro immediato, ma per il presente. Alla gestione dell’imprenditore Barontini viene chiesto di saldare almeno gli stipendi di luglio, vale a dire poco meno di 80mila euro. In mancanza di risposte concrete, da lunedì 10 settembre, lo sciopero sarà totale per i 75 lavoratori, per un provvedimento esteso ad oltranza. Torna quindi nebuloso e quanto mai incerto il futuro dell’azienda di abbigliamento, mentre per martedì 11 settembre è in programma un incontro alla presenza del sindaco Emilio Bonifazi e del presidente della Provincia Leonardo Marras.