FIRENZE – Cinque province più l’area metropolitana di Firenze con Grosseto e Siena provincia unica. È questa la proposta lanciata dal Pdl della Toscana e presentata oggi a Firenze dal coordinatore regionale Massimo Parisi e dal capogruppo in Consiglio regionale Alberto Magnolfi.
Un’idea di regione molto diversa da quella delle tre aree vaste indicata dal governatore Enrico Rossi. La proposta del presidente Rossi è stata definita proprio dal Pdl una «una maldestra strategia della tensione che stravolge la legge nazione» e che ha creato polemiche in tutta la regione e in tutti i territori.
Il progetto di riordino del Popolo della Libertà alla luce della riforma imposta con la spending review di Monti prevede un dimezzamento di fatto delle attuali province. «Se l’obiettivo dichiaratoè quello di dimezzare il numero delle province – spiegano dal Pdl -, in Toscana questo obiettivo è a portata di mano: fermo restando la Città metropolitana di Firenze, Arezzo ha i numeri per vedere confermata la sua Provincia, mentre accorpamenti assolutamente naturali risultano quelli tra Pisa e Livorno, Lucca e Massa-Carrara, Prato e Pistoia, Siena e Grosseto». Qualche problema, e per questo si parla di “deroga”, si potrebbe riscontrare per la fusione tra Pistoia e Prato e che potrebbe essere superata se alcuni comuni dell’area metropolitana fossero compresi nella nuova provincia.
Critiche a Rossi anche sulla questione dei “campanili” e sulla scelta dei capoluoghi, sulla quale non sono arrivate indicazioni. «Quello di cui stiamo parlando – hanno aggiunto – è il dimezzamento delle province, mentre le tre aree (proposte da Rossi, ndr) sono tre micro regioni. Rossi ha seguito una logica prettamente politica e di interesse di partito: non sfugge a nessuno che a Pisa e a Siena il prossimo anno si vota».