di Lorenzo Falconi
GROSSETO – La ripresa dell’attività, dopo le ferie di agosto, era fissata per il 3 settembre. In realtà per i lavoratori della Mabro è stato un lunedì atipico, anche in fatto di rientro. Alle 7:00, infatti, è stata indetta l’assemblea che poi ha portato allo sciopero per l’intera giornata lavorativa. Il confronto sul futuro dell’azienda di abbigliamento è serrato, da una parte i rappresentanti delle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, oltre alle Rsu aziendali, dall’altra Benedetta Bertellini, la nuova manager del personale. Al momento, per i lavoratori, non è stata ancora saldata la mensilità di luglio, al pari di quella di agosto. Una questione che crea malcontento lecito tra le maestranze, unito al fatto che l’azienda chiede ulteriore credito, in termini di fiducia, per proseguire l’attività. Una richiesta che è stata rispedita al mittente, malgrado nei confronti di Mabro siano arrivati ordini importanti dalle grandi firme. Si parla di 1500 capi per Luis Vitton, altrettanti per Armani, mentre sarebbero addirittura 4500 quelli richiesti da Versace. La fiducia nella proprietà Barontini però, è scesa sul livello prossimo allo zero, al punto che le maestranze hanno lanciato una sorta di ultimatum: stipendio di luglio saldato subito, quello di agosto entro fine settembre. Solo in questo modo verrà evitato lo sciopero a oltranza. In attesa di una risposta da parte della proprietà, la situazione è entrata in stallo, anche perché l’azienda ha fatto sapere ai dipendenti che i pagamenti sono bloccati dalla necessità di attendere i clienti debitori. Intanto domani mattina si riparte, alle 7:00 è prevista un’altra assemblea per decidere lo sviluppo della giornata lavorativa, ma in ballo c’è anche il futuro dell’azienda e di centinaia di posti di lavoro.