GROSSETO – Provincia e comuni contro per l’emergenza siccità. Insieme e con la collaborazione delle associazioni di categoria hanno chiesto al Ministro delle politiche agricole, Mario Catania, di decretare lo stato di calamità naturale a causa della siccità.
In Maremma non piove da mesi e a marzo è iniziato un periodo di siccità che continua fino ad oggi. A seguito delle verifiche fatte sui raccolti agricoli di questo anno e sui dati forniti dalle stazioni agrometeorologiche, la Provincia ha potuto stimare il danno subìto dal comparto agricolo, che si aggira intorno al 40,89 per cento della produzione agricola totale, pari a una perdita di 104.555.750 milioni di euro.
La stima dei danni è contenuta in una relazione tecnica elaborata dopo una serie di verifiche da parte degli uffici della Provincia, con il coinvolgimento delle organizzazioni professionali agricole e della cooperative grossetane e dopo due incontri – ospitati a Scansano e a Manciano – promossi dai Comuni.
«I danni causati dal persistente stato di siccità sono enormi – commenta Enzo Rossi, assessore provinciale allo Sviluppo rurale – e la situazione è più grave persino di quella che si verificò nel 2003 con danni ingenti sulle principali colture. L’irrigazione di soccorso, dove possibile, oltre a incidere fortemente sui costi, non può sostituire gli effetti di una normale precipitazione piovosa. Con il perdurare della siccità e con temperature che si sono mantenute sempre al di sopra dei 30 gradi, si è perso gran parte del prodotto e si prospetta un forte decadimento della qualità di quello raccolto»
Preoccupazioni arrivano, poi, per i problemi legati alla zootecnia, che vanno dai costi maggiori per l’approvvigionamento di acqua – sono, infatti, numerose le aziende che si sono avvalse del servizio di autobotti – alla scarsità delle scorte ed alla produzione del latte. Si considera al momento una diminuzione nella produzione del latte, sia ovino che bovino, di almeno il 30 per cento della produzione ordinaria, poiché il bestiame non ha potuto pascolare foraggio verde.
«È assolutamente necessario ottenere, con la massima urgenza, lo stato di calamità naturale – conclude Rossi – per ufficializzare le perdite subite dai produttori. A rischio non ci sono soltanto i raccolti e le produzioni di quest’annata, ma la sopravvivenza di molte aziende del nostro territorio. Per il futuro sarà necessario avviare una politica seria e concreta per il risparmio idrico e per l’accumulo negli invasi collinari».