ISOLA DEL GIGLIO – Calata l’attenzione dei media sulla Concordia, il rischio maggiore da evitare adesso è quello dell’inabissamento. La rimozione e la demolizione della nave deve essere fatta in sicurezza in Toscana. Impensabile che al danno si aggiunga la beffa di smantellare la nave fuori regione. Le fasi previste dal progetto sono molto delicate e mettono ulteriormente a dura prova il sensibile ecosistema marino con opere e strutture di grande portata. Ma il rischio maggiore rimane quello dell’inabissamento della nave, soprattutto se trasportata fuori dalla Toscana. La nave va trasportata a Livorno e non a Palermo, dove il rischio di un inabissamento sarebbe probabilmente molto alto viste le condizioni precarie in cui verserebbe la nave.
“Il progetto di rimozione e smaltimento della nave Concordia – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – deve essere seguito e monitorato passo dopo passo attraverso un presidio di sommozzatori e tecnici, di Vigili del fuoco e della Guardia costiera che supportino l’Osservatorio istituzionale messo in piedi con il coordinamento della Regione Toscana nonché gli enti di ricerca e le università coinvolte. Al momento attuale la situazione è molto delicata e occorre fare un’attenta e puntuale verifica con strumenti adeguati per monitorare tutte le fasi della rimozione e gli stati d’avanzamento del cantiere a mare messo in atto dalle due grandi compagnie che si stanno occupando del progetto. Dopo il gravissimo incidente sull’isola c’era molto personale, tecnici specializzati, esperti, subacquei oltre ai presidi delle Forze dell’ordine, mentre oggi sembra ci siano pochissimi addetti destinati al controllo e alla verifica: la fase della rimozione, in realtà, è tra le più delicate dell’intera operazione Costa Concordia. Occorre, inoltre, garantire una corretta informazione alle istituzioni coinvolte, all’amministrazione comunale gigliese, e alle altre istituzioni locali sugli sviluppi del progetto di rimozione, e garantire così il corretto svolgimento dei lavori”.
Infine in un’area così preziosa e delicata, compresa nel Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, è fondamentale adottare una strategia efficace di tutela, sia nei confronti dell’ambiente marino sia per lo sviluppo di un turismo sostenibile che garantisca la fruizione controllata e la tutela naturalistica al tempo stesso. Proprio per questo è necessario fare tesoro degli eventi negativi accaduti recentemente nel nostro mare per intervenire positivamente sull’intero Arcipelago Toscano istituendo da subito l’Area marina protetta.