di Barbara Farnetani
GROSSETO – Una minorenne, l’altra incinta di sei mesi. Era questo il modo che due ladre avevano studiato per rubare impunemente e non finire in carcere. Per almeno una delle due però la “carriera” di ladra, almeno per un po’, si è interrotta grazie all’Ufficio volanti della Questura di Grosseto e di un paio di cittadini investigatori che hanno aiutato la polizia a mettere insieme le prove per incastrare la donna e la bambina, di soli 13 anni e perciò non imputabile.
Ieri infatti, al 113 è giunta la segnalazione di una donna che affermava di aver visto due ragazze che, a metà mese, avevano rubato nella sua abitazione. La donna descriveva le due, anche nell’abbigliamento, simile a quello del giorno del furto.
Quando la volante è giunta sul posto l’attenzione dei poliziotti è stata attirata da un uomo che aveva seguito le due perché giorni addietro avevano commesso un altro furto in casa della suocera. L’uomo ha detto di aver visto le donne gettare qualcosa in un cassonetto, poco prima di entrare in un supermercato nella zona di via Scansanese. Anche lui aveva riconosciuto le ragazze per la descrizione dell’abbigliamento, maglietta pantaloncini, scarpe da tennis, e per la differenza di età. La donna e la bambina sono state fermate dai poliziotti che hanno anche recuperato quanto gettato nel cassonetto: un salvadanaio squarciato, una cassettina rossa con serratura con dentro bigiotteria e monili morellato e swarosky, evidentemente non di interesse di eventuali ricettatori.
Le due italiane di etnia Rom, senza documenti, a questo punto vengono accompagnate in questura dove danno le proprie generalità: vere per la bambina, false per la donna. Intanto da una perquisizione personale viene fuori dalla maggiorenne, che ha 22 anni ed è incinta, un sacchetto rosso con alcuni oggetti in oro e un orologio sempre in oro, una banconota da cinque euro e 300 euro in spiccioli, oltre ad un cacciavite che la donna usava per aprire le porte delle case. La minore aveva nascosto un orologio nel reggiseno, un cacciavite nel fianco e 20 euro nel risvolto della cintura. Intanto grazie ad una serie di verifiche la questura è risalita anche alla vittima del furto che era in vacanza fuori Grosseto, ma il figlio, contattato, ha riconosciuto la refurtiva.
Quando i poliziotti sono risaliti all’identità della donna incinta hanno scoperto che non solo aveva una lunga serie di precedenti specifici, come del resto la bambina, ma che era anche evasa dagli arresti domiciliari.
A questo punto la questura ha accompagnato la donna all’ospedale per una visita, visto lo stato delicato in cui si trovava, quando è emerso che godeva di ottima salute sia lei che il bambino, si è deciso di trattenerla sino alla convalida.
Intanto l’Ufficio volanti, diretto da Luigi Betti (nella foto a destra) ha ricostruito i movimenti delle due ragazze anche grazie alla collaborazione di alcuni cittadini con uno spiccato senso investigativo: in primis la donna che aveva fatto la segnalazione. La signora era stata derubata il 18 agosto. Era fuori casa e le due ragazze avevano suonato ripetutamente alla porta prima di entrare, tanto da attirare l’attenzione di una vicina che le aveva viste da uno spioncino per poi descriverle alla derubata. Non solo, ma un altro vicino, che aveva posizionato una telecamera sul piazzale di casa dove tiene l’automobile, aveva ripercorso le immagini registrate sino a giungere ad una serie di fotogrammi che riprendevano le due ladre, dvd che la donna ha poi consegnato alla polizia.
Questo, unito alla situazione di quasi flagranza in cui sono state beccate le due, ha fornito un quadro provatorio più che esaustivo, tanto che questa mattina, per la maggiore delle due ladre, dopo la convalida, il giudice ha deciso la custodia cautelare in carcere per i prossimi due anni. La ragazzina è invece stata riconsegnata alla mamma che vive a Roma.