di Barbara Farnetani
SCARLINO – Si chiamano Duccio Franzinu, Andrea Vanni e Gianni Tanzini, e sono i tre ciclisti che grazie al proprio senso civico hanno impedito che un luogo unico come Cala Violina si trasformasse in una seconda Marina di Grosseto, un inferno di fuoco e fiamme che ha devastato parte del patrimonio arboreo del comune di Grosseto.
Hanno tutti tra i 36 e i 40 anni, vengono dalla provincia di Siena, Sovicille e San Rocco, e grazie all’amore per la Maremma, hanno evitato l’ennesima devastazione del nostro territorio, fermando il piromane fiorentino che, armato di accendino, voleva dare fuoco a Cala Violina. «Veniamo spesso da Siena per delle escursioni in bicicletta – ha detto Duccio Franzinu (nella foto due dei tre amici in un momento dell’escursione di domenica a Cala Violina) – quest’anno siamo venuti già quattro o cinque volte, in numero variabile da tre a dieci elementi. Facciamo Cala Violina, le Rocchette, ci piace andare in giro per boschi, lasciamo l’auto al Puntone e poi partiamo in sella alle bici»
Anche domenica i tre ciclisti erano a Cala Violina, stavano scendendo giù per la discesa, prima della sbarra, quando hanno visto un uomo che cercava di coprirsi parzialmente il volto. «Quando a soli 30 metri di distanza abbiamo visto il fuoco abbiamo capito subito che era stato lui. Io mi sono fermato a cercare di spegnere le fiamme, mentre Andrea e Gianni hanno rincorso l’uomo per fermarlo»
Non aveva nulla con sé per spegnere il fuoco, e così Duccio Franzinu ha spento le fiamme a calci. «Aveva fatto un capannello di legna – ha detto Franzinu – si vedeva che era stato appiccato da poco, ma aveva preso già piuttosto bene» poi anche Duccio Franzinu è sceso a dar manforte agli amici «Abbiamo dovuto tenerlo occupato per un quarto d’ora in attesa che arrivassero i Carabinieri – ha aggiunto il ciclista Senese – voleva andare via a tutti i costi diceva che non era stato lui e che avrebbe avvisato le forze dell’ordine.» I tre ciclisti hanno finto di credergli ma hanno risposto che doveva aspettare ugualmente i Carabinieri. Quando hanno chiesto perché non avesse tentato di spegnere l’incendio, magari gettandoci sopra il suo zaino, ha detto di “avere tanta paura del fuoco”. «Davanti a noi ha sempre negato ogni responsabilità – ha aggiunto Franzinu – ha persino giurato sulla nonna che ha detto essere morta una settimana prima» Quando i Carabinieri sono arrivati, nello zaino del piromane hanno trovato un accendino, un flauto e alcuni spartiti. Solo alle forze dell’ordine l’uomo ha poi confessato di aver “fatto una cavolata”.
«Abbiamo chiamato anche i Vigili del fuoco – ha concluso il ciclista senese – per essere sicuri che le fiamme non riprendessero» Insomma è solo grazie ai tre ciclisti, aiutati da un pizzico di fortuna e da tanta intraprendenza, se non solo si è evitata l’ennesima devastazione, ma si è anche assicurato alla giustizia una persona potenzialmente pericolosa.
E ai tre ciclisti senesi il sindaco di Scarlino, Maurizio Bizzarri (nella foto a destra), ha già deciso di consegnare una targa ricordo. «Mi sono già personalmente congratulato con loro a nome del Comune di Scarlino e anche di tutti i cittadini che hanno seguito questa vicenda – ha detto il primo cittadino – e siamo rimasti che i primi di settembre faremo un incontro ufficiale in sala consiliare alla presenza della Giunta Comunale. In quell’occasione consegnerò una “targa ricordo” per quello che hanno fatto, e poi andremo a pranzo insieme»
Intanto anche l’assessore alla protezione civile di Scarlino, Paolo Rustici, interviene sugli incendi, in particolare su quello che si è sviluppato la sera delle Carriere alle pendici del Castello (nella foto sotto). Rustici si rallegra per lo scampato pericolo, sa che il paese ha corso un “grosso rischio” «Se le fiamme fossero passate nei castagneti neanche tutti i santi lo avrebbero potuto fermare, se solo ci fosse stato un po’ di vento poteva andare a finire intorno al paese che in quel momento era pieno di gente. Non oso neanche immaginare le scene di panico, la gente calpestata, scene agghiaccianti. Certo che, nel caso sia stato doloso e calandomi solo un attimo nella mente di un idiota non poteva esserci momento più adatto di quello per fare dei danni.»
«Comunque c’erano tutti – continua Rustici -, e tutti estremamente preparati, efficaci ed efficienti: Vigili del fuoco, mezzi e uomini dell’anti incendio delle Bandite di Scarlino, 2 ambulanze pronte. Solo poco più tardi l’incendio stava ripartendo da un olivo che aveva preso fuoco dentro in modo silente e maligno, proprio nel confine tra il bruciato e ciò che ancora era sano. E allora due delle Bandite che erano lì in sorveglianza si sono arrampicati con la motosega su una scarpata e in mezzo ai lapilli, alla tenue luce di una lampada frontale, con i piedi in bilico e a rischio di farsi sei o sette metri con una motosega in mano, hanno abbattuto la pianta.»
«È con quelle persone così vere che vorrei far parlare quel buontempone che, per noia, ha fatto una….come ha detto..una “cavolata” – prosegue Rustici -. No, non poteva essere il colpevole di “quell’incendio” (era stato arrestato nella mattinata a Cala Violina nel tentativo di appiccarne uno in piena flagranza) ma, di certo, potrebbe imparare qualcosa comunque: il valore della vita, la responsabilità delle proprie azioni, la difesa di un bene comune quanto inestimabile in termini di aria flora e fauna. La mattina dopo gli uomini dell’anti incendio delle bandite di Scarlino erano sempre lì che spengevano e tenevano sotto controllo gli ultimi focolai.»
L’assessore Rustici conclude ringraziando tutti coloro che in questi giorni si sono prodigati, anche per 27 ore di fila, per spegnere i roghi che hanno devastato tutta la nostra provincia.