di Barbara Farnetani
GAVORRANO – Nove aziende vitivinicole. Nove eccellenze del territorio gavorranese. È “Il salotto dei vini di Gavorrano”, iniziativa voluta dalla condotta Slow food Monteregio con la collaborazione di Gavorrano Idea e il patrocinio del comune. I vini sono stati i protagonisti assoluti della degustazione guidata che si è svolta nel giardino della Rocca di Gavorrano. A guidare gli assaggiatori tra gusti e profumi di vini bianchi, rossi e passiti (tre per ogni tipo) Fausto Costagli (nella foto con Giulio Carli e Alessandra Casini), Fiduciario Slow food «La scelta non è stata casuale – ha affermato – nel vino spesso non c’è solo solfito, ma lacrime e tanto sudore» Poi Costagli ha presentato i prodotti gastronomici scelti per accompagnare i vini: i salumi della fattoria Casteani, i pecorini del caseificio di Monterotondo, i dolci del panificio Montomoli.
«Il nostro – ha detto Stefano Rizzi (nella foto a destra assieme agli altri produttori), di Maremmalta che ha presentato il vino Le Strisce – è un lavoro sulla integrità dei profumi, fondamentali per la degustazione; il naso infatti è il primo senso qualificante, se ci dice se sia o meno il caso di bre quel che abbiamo davanti. Io credo che questa zona – ha proseguito Rizzi – possa esprimere anche per i vini bianchi delle eccellenze, senza nulla invidiare ad altre zone più blasonate in questo senso.»
Francesco Carnetti, dell’azienda Poggio ai Lupi ha presentato il loro Chardonnay «Un vitigno insolito in queste zone così siccitose, e invece abbiamo avuto un buon risultato a cui quest’anno si aggiunge un leggero barriccamento» L’azienda Fertuna ha invece presentato il Droppello, un insolito sangiovese vinificato in bianco.
«Siamo un’azienda giovane – ha detto Valentina Cellesi, direttrice della Tenuta Casteani – questo vino, il Terra di Casteani, non è quello più rappresentativo della nostra produzione, ma è quello più internazionale. Si tratta di un vino fine ma strutturato, piuttosto corposo, adatto ad un dopo pasto o ad una cena importante, magari a base di cacciagione»
Anche Massimo Casagrande della Rocca di Frassinello ha scelto di non presentare il proprio prodotto di punta, ma Le Sughere che si ottiene da Sangiovese, Cabernet e Merlot «È un vino che negli ultimi anni ha fatto grandi passi avanti. Lo teniamo 12 mesi in barrique, è un vino importante ma facile da bere grazie alla sua piacevolezza.»
«Ho portato il nostro vino di punta – ha affermato invece Ilario Veronesi dell’azienda San Bonifacio – il Sustinet, un syrah in purezza. Il nostro impegno è quello di rispettare al massimo il frutto che ci viene dato dalla natura, poi un anno di affinamento in barrique.»
Tre i passiti presentati durante la degustazione: quello dell’azienda Montebelli, il Quattro dicembre di Rigoloccio, e l’Affè del Podere Cigli «Ci sono voluti sei anni per giungere al passito nel comune di Gavorrano – ha detto Costagli – ma il risultato è che i nostri passiti sono ricchi e saporiti: oggi presentiamo un passito classico, una vendemmia tardiva e un Vin santo di quattro anni»
«Abbiamo defogliato la vigna – ha raccontato Ezio Puggelli di Rigoloccio – così che il sole facesse appassire i grappoli naturalmente. Quello che si ottiene è un’uva ricca di zucchero in maniera naturale. Quel che si ottiene è un alicante da vendemmia tardiva, dal colore intenso, perfetto con i dolci ma che si abbina bene anche con i formaggi erborinati, i dolci secchi e il cioccolato.»
«Il salotto di Gavorrano a tavola è un momento importante – ha detto Guido Mario Destri (nella foto mentre parla), sommelier e assessore al comune di Scarlino – ho apprezzato molto la selezione dei vini: ottimi bianchi, tre grandi rossi, tre splendidi passiti». I vini sono stati apprezzati anche da Paolo Balloni, presidente del Gavorrano calcio e Carlo Traditi, assessore al comune di Montieri.
«Non sono un esperto di vini – ha premesso Nicola Menale assessore al comune di Gavorrano – ma un momento come questo, di confronto con gli operatori, è un modo per crescere assieme. Una esperienza che vorremmo allargare anche alle altre produzioni di qualità che offre il territorio»
Simone Rustici, presidente strada del vino e sapori Monteregio, si dice un sostenitore della Doc Maremma Toscana «se si va in giro nel mondo con la scritta Maremma Toscana potremo imprimere nel consumatore l’idea, la convinzione che in questa terra si faccia buon vino»
«La cosa importante è creare una sorta di rete per le eccellenze. – afferma Alessandra Casini direttore Parco Colline Metallifere – Il parco può fare da collettore. Bisogna cercare finanziamenti, anche a livello europeo – conclude -, per mettere insieme le eccellenze del territorio e riuscire a fare sistema»