SCARLINO – Non si ferma la polemica intorno alla Festa del cacciatore che è in corso a Scarlino e che andrà avanti sino al 19 di agosto.
Ambientalisti – Il coordinamento dei comitati e delle associazioni ambientaliste, insieme a Wwf, Lav Italia nostra, Lac e Acu si è detta infatti fortemente contraria, tanto da aver inviato a tal proposito una lettera di protesta al sindaco Maurizio Bizzarri, ma anche al presidente della Provincia Leonardo Marras, e al provveditorato agli studi visto che la festa ha coinvolto anche i bambini delle scuole che hanno potuto cavalcare anche alcuni asinelli.
I comitati ambientalisti lamentano come la caccia uccida ogni anno “milioni di animali per il divertimento di una piccolissima parte della popolazione che non supera l’1%, durante il periodo di caccia – continuano la associazioni ambientaliste – i Centri di Recupero della Fauna Selvatica si riempiono di animali “anche protetti” feriti dalle fucilate dei cacciatori» secondo quanto affermano i comitati «l’80% della popolazione è contraria alla caccia, e I cacciatori inquinano l’ambiente e le falde acquifere con tonnellate di piombo e plastica contenute nelle loro cartucce. La caccia – concludono poi i comitati – non risolve i problemi legati ai danni all’agricoltura ma ne è la causa. Infatti specie molto prolifiche come il cinghiale ungherese, sono state introdotte proprio per favorire la caccia e i cacciatori non hanno nessun interesse a ridurne il numero.»
Al termine della lettera le associazioni chiedono al sindaco Bizzarri che iniziative di questo genere in futuro non si ripetano più.
Maurizio Bizzarri – Ed oggi arriva la risposta del sindaco di Scarlino, Maurizio Bizzarri (nella foto sopra), che afferma: «Ritengo faziose e strumentali le allarmate e allarmanti critiche di Lav, Italia nostra, Lac e Acu relative alla festa, che per altro sta riscuotendo un enorme successo di pubblico fin dalla sua prima serata. La caccia, come da me ripetutamente sottolineato e dichiarato, – continua Bizzarri – fa parte del patrimonio di eccellenze della nostra Maremma e come tutte le tradizioni va difesa e salvaguardata, sempre nel dovuto rispetto delle regole e della legalità.
«Mi preme oggi sottolineare anche l’aspetto non secondario dell’indotto economico – puntualizza Bizzarri -, assolutamente non trascurabile, con centinaia di persone che lavorano nel settore (armerie, cani, veterinari, abbigliamento, pelletteria): in un momento di crisi generale, pensare solamente di bloccare una parte di mercato per le smanie di una “minoranza di irriducibili” (affermazione affatto casuale) mi sembra una vera follia.»
«Ma parliamo anche delle critiche specifiche fatte alla festa, che – sottolinea il sindaco – riguardano le solite ipocrisie dell’ambientalismo estremista: frasi come “i milioni di animali morti ogni anno per il divertimento di pochi cacciatori…”sono anacronistiche. Voglio infatti ricordare ai “criticatori” che se l’80% della popolazione è contraria (come dicono loro) a questa disciplina, circa il 95% degli Italiani è onnivoro cioè mangia anche carne, probabilmente allevata negli allevamenti intensivi, che costringono in angusti spazi galline, oche, maiali, vitelli! Per non parlare dei poveri pesci colpevoli solo di non avere la voce per lamentarsi!»
«Un’altra folle affermazione è la simpatica relazione tra cacciatori e inquinamento dell’ambiente – ricorda Bizzarri -: tutti sanno (anche i criticatori) che i cacciatori sono proprio un mezzo di controllo e difesa della natura, habitat necessario al perpetuarsi della loro attività. In merito all’altra affermazione, reale ma estremamente qualunquista, legata alle vittime delle battute di caccia, è ovvio che per quasi tutte le discipline possono anche esistere incidenti, ma forse la caccia ha una casistica non superiore all’alpinismo, agli sport acquatici, allo sci, ai rally e all’automobilismo. Concludo con un consiglio -termina Bizzarri -: la prossima volta potreste organizzare una bella festa dopo quella del Cacciatore, per spiegare alla gente le vostre opinioni e il vostro punto di vista!»
Arci caccia – E anche l’Arci caccia provinciale e regionale intervengono sull’argomento, affermando che «Chiedere il divieto per una libera e democratica associazione di organizzare le proprie iniziative, ha un sapore di totalitarismo che mal si accosta ai principi fondamentali scolpiti nella nostra Costituzione. La caccia – affermano Claudio Sozzi Presidente Arci Caccia Federazione Provinciale di Grosseto, e Leonardo Bertocci Responsabile Ufficio Tecnico Faunistico Arci Caccia Toscana – è una attività prevista non solo dall’ordinamento legislativo nazionale ma anche regolamentata a livello internazionale, possedendo inoltre l’Italia una legge considerata da tutti la più avanzata d’Europa. Per di più nella nostra terra questa passione ha radici profonde, legate a doppio filo ad una cultura che ancora oggi anima migliaia di appassionati. Con però una evoluzione fondamentale: oggi il cacciatore moderno è prima di tutto un gestore del territorio, come testimoniato le tantissime attività portate avanti dai nostri volontari. Non a caso – prosegue Arci caccia – nelle nostre campagne vediamo lepri e fagiani in libertà: solo grazie agli sforzi dei cacciatori che, volontariamente, prestano la loro opera sotto la guida della Provincia e degli ATC vengono realizzati miglioramenti ambientali, colture a perdere per l’alimentazione dei selvatici, ripristino delle antiche pozze d’acqua, ecc.»
«I bambini delle scuole elementari di Scarlino – affermano ancora Sozzi e Bertocci – hanno partecipato ad un progetto, il quale è da anni proposto e condiviso da molte scuole a livello regionale, approvato dalla Direzione Didattica, dal titolo “Conoscere la fauna delle nostre campagne”. Un progetto volto a rendere coscienti i ragazzi del grande patrimonio faunistico che abbiamo a due passi dalle nostre case; un patrimonio fatto di lepri, fagiani, caprioli, cinghiali (forse anche troppi!), i loro predatori (il lupo sta colonizzando sempre nuove porzioni di territorio), ecc. Se poi l’utilizzare gli asini per forme di turismo sostenibile, mantenendo vivo l’interesse su questa specie di animale domestico, i cui usi storici sono stati soppiantati dalla meccanizzazione, diventa qualcosa di insostenibile per qualcuno, non sappiamo se la Maremma sia una terra adatta a queste persone: forse meglio – cocnlude Arci caccia – i salotti ben climatizzati di qualche grande (ed inquinata) città.