di Barbara Farnetani
GAVORRANO – Ricordati di me che son la Pia. Così Dante Alighieri tratteggia una delle figure più affascinanti della Divina Commedia, quella di Pia de’ Tolomei, nobildonna senese sposata a Nello Pannocchieschi che convinto del tradimento della moglie la lasciò a morire di malaria nel Castel di Pietra nel territorio di Gavorrano (…Siena mi fe’ disfecemi Maremma…).
Ormai da 20 anni la storia di Pia e di Nello rivive ogni anno, d’estate, nella rievocazione del Salto della Contessa, organizzata dalla Pro Loco. Quest’anno, per il ventennale, oltre al classico corteggio storico per le strade di Gavorrano hanno sfilato anche i cortei di altri comuni della provincia: da Roccatederighi, da Follonica, Monterotondo, Scarlino, Selvena e Cinigiano e ovviamente da Massa Marittima che ha mandato i propri sbandieratori.
Ma la parte più suggestiva è sicuramente quella che si svolge in piazza del comune, sul sagrato della chiesa di San Giuliano, dove, partendo dalle parole di Dante, si dipana la storia di Pia, di Nello che, ingannato da Ghino di Tacco che voleva Pia solo per sé la crede adultera e la costringe a vivere in una sorta di prigione condannandola a morte nella Maremma inospitale e malarica. Quando parte l’ordine di morte Pia viene scortata dalle guardie e dall’intera piazza verso la Torre della Rocca da dove viene gettata di sotto.
Una storia romanzata, come è stata ricostruita nel tempo, su cui hanno sospirato le ragazze di tutti i tempi, ma che non ha mai convinto gli storiografi che si sono affannati a svelare le incongruenze di un racconto senza basi storiche. Nello fece uccidere davvero la moglie per sposare un’Aldobrandeschi, ma nessuno ha mai dimostrato che si trattasse di Pia de Tolomei. Eppure queste considerazioni non hanno mai fatto venire meno il fascino che aleggia attorno a questa storia di amore, tradimenti e morte. E la dimostrazione ne è la folla che ogni anno si reca a Gavorrano per assistere al Salto della Contessa. Sin dalle prime ore del pomeriggio, assaggiando i piatti tipici maremmani alla sagra o nei ristoranti del paese, sino al salto dalla torre, epilogo tragico di questa storia di eros e tanathos. Almeno sino al prossimo anno.
(per ingrandire cliccare sulle foto)
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