GROSSETO – Nel venerdì nero del calcio grossetano, con la formazione biancorossa retrocessa in Lega Pro con la sentenza di primo grado, non mancano le reazione del mondo politico maremmano. Per l’Onorevole Luca Sani, deputato del Pd, «la giustizia sportiva ha agito in modo sommario esprimendo la contraddizione di aver dato una rilevanza sproporzionata a elementi di prova evanescenti. È quindi condivisibile la scelta dell’Unione sportiva Grosseto società di ricorrere se necessario fino al terzo grado per far valere le proprie ragioni, e tutelare un’onorata storia sportiva oramai centenaria. Nel frattempo è auspicabile che la giustizia ordinaria faccia velocemente il proprio corso, contribuendo in modo determinante all’accertamento delle responsabilità e a chiarire i contorni di questa ennesima triste vicenda che con lo sport ha davvero poco a che vedere».
Dura la reazione del presidente della Provincia Leonardo Marras: «la sentenza di primo grado del giudice sportivo è profondamente ingiusta: dar credito alle parole senza riscontro di alcuni furfanti non può essere la base per mortificare un’intera città e i suoi sportivi. Siamo convinti delle ragioni del Grosseto calcio e del suo presidente e sull’esistenza di una giustizia giusta. Confidiamo nell’accoglimento del ricorso per permettere di misurare il valore sportivo del Grosseto sui campi della serie B dove merita di rimanere per tutto ciò che è stato fatto con onestà fino ad oggi, nonostante l’inquinamento dei cialtroni che hanno vestito questa maglia indegnamente».
Secondo Alessandro De Carolis Ginanneschi, capogruppo Pdl in consiglio provinciale, «le condanne dell’U.S. Grosseto e del presidente Camilli, non possono che suscitare sorpresa e sdegno. Non é tollerabile che vi siano meccanismi processuali così sbilanciati a favore dell’accusa: se vi fossero state regole analoghe a quelle del processo ordinario é più che verosimile ritenere non solo che vi sarebbe stata un’assoluzione piena, ma pure che gli accusatori sarebbe stati processati per calunnia. Si ha quasi l’impressione che si voglia tentare di liberarsi di un personaggio a suo modo scomodo come il Presidente Camilli, nonostante le sue ripetute denunce, anche scritte, degli scorsi anni: come mai il Dott. Palazzi non risulta aver mai indagato a seguito di esse? Mi auguro ovviamente che in sede di impugnazione la sentenza venga rovesciata, ed a tutela della stessa immagine della Maremma che subirebbe oggettivamente un danno grave, auspico che la voce delle istituzioni, per quel che possa servire, si faccia sentire con ancora più forza».