GROSSETO – Carcasse di pesci, cavedani, barbi morti per la mancanza di ossigeno e di acqua che sta caratterizzando alcuni tratti del fiume Ombrone (a destra un’immagine tratta da wikipedia), a valle di ponte Tura. A lanciare l’allarme della moria di pesci è Mario Pecchioli Consigliere Federale F.I.P.S.A.S. la Federazione Italiana pesca sportiva e attività subacquee che, in una lettera aperta, afferma “L’indifferenza nella quale tutto ciò avviene non può che farmi riflettere su quanto scritto nel “Piano Ittico Provinciale” ai fini della tutela ed incremento della fauna ittica. Come sempre più spesso accade si ritiene che dopo aver scritto ed approvato specifiche norme queste, in automatico, producano i risultati teoricamente ipotizzati senza minimamente preoccuparsi di attivare specifici controlli particolarmente a fronte di situazioni eccezionali come quella rappresentata dal procrastinarsi dello stato di siccità.»
«Credo sia lecito quindi domandarsi – prosegue Pecchioli – se e quali iniziative siano state prese per evitare che il fiume Ombrone, particolarmente nel tratto compreso tra Ponte Tura e il Ponte della Ferrovia, si riducesse nello stato indicato con la conseguente perdita della quasi totalità della fauna ittica presente ad opera di uccelli ittiofagi (aironi, garzette, gabbiani ecc.), presenti come non mai per la facile possibilità di predazione, di pescatori che nulla hanno di sportivo ed ora per la mancanza dei requisiti minimi per la sua sopravvivenza.»
«Altra domanda che mi pongo – sottolinea il consigliere Fipsas – è quella di chiedere a cosa servono i programmati “studi “ e monitoraggi sulle varie specie ittiche se non ci si preoccupa di garantire in modo permanente i requisiti necessari allo svolgimento delle funzioni vitali delle stesse.» E Pecchioli si chiede anche se chi dovrebbe garantire il minimo deflusso vitale previsto dalle norme in vigore sia intervenuto e con quali risultati.
«Per ultimo, – puntualizza Pecchioli – visto che il Consorzio Bonifica Grossetana ha praticamente sottratto tutta la pur scarsa portata del fiume, si è tenuto conto che a causa di questa situazione l’intrusione di acqua salmastra arriva sino al ponte della ferrovia. Non bisogna essere degli esperti per osservare che, in fase di alta marea, sotto il ponte l’acqua risale a monte dello stesso a significare che l’acqua di mare è ormai alle porte della città con ciò che ne può conseguire per le falde superficiali.»