GROSSETO – Una mozione con l’intento di far sì che il Consiglio Comunale di Grosseto precorra i tempi delle necessarie modifiche legislative di livello nazionale che assicurino finalmente il diritto alla cittadinanza italiana a tutti i nati nel territorio nazionale. I promotori sono l’Idv, con Stefano Rosini (capogruppo al Comune di Grosseto) primo firmatario, PD e PSI. La città di Grosseto, secondo gli intenti dei firmatari, manifesterà così una forte volontà d’inclusione e di coesione sociale e quindi, nell’attesa dell’auspicata riforma parlamentare sulla cittadinanza in base allo “ius soli”, potrà conferire la cittadinanza onoraria a tutti i minori residenti nel nostro Comune, se nati in Italia come certificato dai pubblici registri, sebbene figli di stranieri. Oggi infatti – si legge nella nota presentata -, sono ancora privi di tale diritto, anche se da anni vivono nel nostro territorio, lavorano, studiano, contribuiscono al finanziamento dei servizi pubblici pagando tasse ed imposte e partecipano attivamente alla vita sociale della comunità locale. La mozione quindi ha come obiettivo politico il riconoscimento dello ius soli quale atto fondamentale per favorire, consolidare e rafforzare il percorso di integrazione e radicamento.
A livello politico nazionale il percorso culturale e legislativo in materia di acquisizione del diritto di cittadinanza per il passaggio dall’attuale regime dello “ius sanguinis” a quello dello “ius soli” incontra ancora molte difficoltà e resistenze sia culturali che politiche. Nella mozione si evidenziano inoltre i dati ISTAT che stimano in 4.570.317 gli stranieri residenti in Italia al primo gennaio 2011 (7,9% in più rispetto all’anno precedente) e in circa 1 milione i minori nati o cresciuti in Italia. Lo stesso Presidente della Repubblica il 26/11/2011, incontrando al Quirinale la Federazione Italiana delle Chiese Evangeliche, ebbe a dichiarare: «mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un’autentica follia, un’assurdità». Attualmente, infatti, si verificano casi in cui, bambini nati o cresciuti in Italia e che per cultura e formazione si sentono italiani, crescono con un senso di forzata estraniazione dal contesto che invece vivono come loro, con ripercussioni negative sulla effettiva possibilità di un processo di integrazione e di inserimento sociale.