GROSSETO – Nei giorni scorsi è stata sottoscritta la prima convenzione con un istituto bancario per consentire la riscossione immediata dei crediti da parte delle ditte appaltatrici del Comune di Grosseto, impossibilitato a pagare a causa delle regole ferree del Patto di stabilità. Si tratta della Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (B.I.I.S.) del gruppo Intesa-San Paolo che ha aderito con celerità alla richiesta del Comune, sottoscrivendo un accordo che avrà validità per un anno, salvo proroga. Il plafond accordato è per il momento di 3 milioni di euro (ma potrà salire) e riguarda crediti da 25.000 a 500.000 euro per ciascun creditore.
L’Amministrazione comunale di Grosseto aveva infatti aderito nel giugno scorso ad un Protocollo di intesa sottoscritto a livello regionale fra la Regione, le Associazioni delle Autonomie, l’Unioncamere e un gruppo di banche che prevede la cessione “pro-soluto” dei crediti vantati dalle ditte appaltatrici ad una banca, la quale in brevissimo tempo paga l’impresa e poi regola la posizione col Comune ad anno nuovo. Nei prossimi giorni è prevista la firma con altre banche con le quali il Comune sta stringendo accordi operativi.
Il meccanismo è relativamente semplice: la ditta (in regola col pagamento di imposte, tasse e contributi) chiede al Comune una certificazione che attesti l’entità del suo credito già maturato; con un atto notarile tale credito viene ceduto a B.I.I.S. la quale nel giro di pochi giorni salda il fornitore ritenendosi un costo pari all’Euribor con uno spread del 3,5% limitato ai mesi intercorrenti fra quando la banca paga e quando essa riscuote dal Comune (circa 5 mesi). Ai valori attuali si parla di circa il 4,5% per 5 mesi e quindi su 100mila euro la ditta va a perdere meno di 2mila euro (oltre le spese di notaio) ma ha la facilitazione di incassare subito il suo avere.
“Il meccanismo del Patto di stabilità è perverso – afferma l’Assessore al Bilancio Paolo Borghi – e crea problemi a comuni, imprese, lavoratori e cittadini. Di fronte alla crisi economica che attanaglia tutto il mondo ci sono per il momento solo due vie di uscita: bloccare ogni investimento pubblico ma alimentando ancora di più la disoccupazione e il fallimento delle imprese oltre che la mancata risposta ai bisogni dei cittadini, oppure mettere in campo azioni che permettano di compensare le difficoltà ad un costo sostenibile. Noi – ha proseguito Borghi – abbiamo scelto una via mediana, limitando all’essenziale le spese e sfruttando tutte quelle misure che le norme oggi mettono a disposizione. Una cosa è comunque certa – ha concluso -: così non si può andare avanti. Non è un problema del Comune di Grosseto ma dell’intero sistema: l’auspicio è che il Parlamento riveda con celerità tutto il meccanismo”.