FOLLONICA – «Dobbiamo rimboccarci le maniche e riscoprire la politica, cioè pensiero ed azione. Il pensiero senza azione possono permetterselo gli scrittori, l’azione priva di pensiero è meglio fermarla. Rimettiamo in campo la politica quale strumento di servizio e di coinvolgimento dei cittadini.» Ad affermarlo il follonichese Ettore Chirici che in passato ha ricoperto anche la carica di segretario dei Ds. «Tutti coloro che intervengono sulla nautica sono così certi che nel 2012 questo sia un argomento centrale per il futuro di Follonica? Mi permetto di indicare alcuni argomenti, penso vitali per il nostro futuro. In primo luogo, – consiglia Chirici – un’amministrazione trasparente, lineare nel percorso e nell’attuazione delle scelte, capace di promuovere confronto e coinvolgimento. E poi, la responsabilizzazione di politici, imprenditori, operatori, cittadini, ognuno chiamato a dare il proprio contributo con strumenti reali di partecipazione, coinvolgimento, controllo delle azioni e dei risultati. Semplificare il più possibile l’azione del Comune rispetto ad imprese e cittadini. Di questo abbiamo bisogno prima di tutto, metodo che permetterà anche di liberarsi dai tentacoli dei soliti noti, dal lungo torpore e perfino di limitare la presenza di illegalità anche organizzata che riduce ogni prospettiva di sviluppo. Ed occorre capacità di collegarsi agli altri Enti ed agli altri comuni, uscire dagli angusti confini del nostro piccolo territorio.»
«Casa e lavoro sono i due grandi temi, la sfida immediata e per il futuro. – prosegue Ettore Chirici – Essi contengono tutto: relazioni sociali, attrazione di investimenti (e reimpiego degli utili su questo territorio e non altrove), sostegno alle iniziative, piccole e grandi, capacità di mantenere i giovani qui, in questo luogo, e di aumentarne la popolazione (volano economico non da poco). Abbiamo il tessuto di imprese maggiore della Provincia, in tantissimi settori. Mantenere e crescere la diversificazione dell’economia è essenziale per un futuro migliore. Il Comune può far poco direttamente. Certamente può accrescere la dotazione di servizi diretti e sul territorio, ammodernare il sistema, risolvere annosi aspetti di sottosviluppo (telefonia, informatizzazione a tutto campo, parcheggi, e così via), promuovere nuovi settori e produzioni, oltre le tipicità locali. Può ridurre il valore della rendita fondiaria ed immobiliare promuovendo un piano casa con obiettivi semplici e lineari, affrontando finalmente anche l’area urbana già costruita e non solo il nuovo, per alcune risposte pur necessario.»
«In tempi brevi potrebbero essere affrontate questioni che sebbene non siano risolutive, – afferma Chirici – contribuirebbero a modificare il corso degli eventi, ridare fiducia e prime prospettive: l’area del golf, i villaggi, l’ippodromo, riempire di contenuti il Parco centrale e l’Ilva (cioè con funzioni che le facciano vivere sempre e gestire realmente), interventi di housing sociale. Metter mano agli strumenti urbanistici che già dimostrano la propria insufficienza ed errori clamorosi, comunque non in grado di offrire prospettive ed occasioni.»
«Le forze ci sono. Questa Amministrazione non è in grado di farlo. – continua – Ogni giorno che passa è sempre peggio. Lo è perché la situazione internazionale ed italiana è pesantissima; ancor più lo è per Follonica perché non c’è nessun tentativo di contrastare la deriva sociale ed economica, nei limiti delle possibilità di un Comune. Occorre cambiare e farlo davvero fino in fondo. I calcoli politici non servono più, è l’ora del coraggio così poco usuale nella nostra politica. Tanto più che l’opposizione non esiste (cointeressata ad affari di bassa lega) ed il malcontento di manifesta con la riedizione di liste civiche prive di idee e slancio ideale, aggregazioni strane ed improvvisate. Protrarre l’agonia di questa Amministrazione è una responsabilità grave, perché sarà sempre più difficile affrontare problemi incancreniti e la sfiducia dei cittadini. Chi fa politica ha gli strumenti per far cadere questa Giunta ed aprire una nuova stagione. E’ il costo minore di un fallimento totale, – conclude Chirici – frutto peraltro di tredici anni di governo a dir poco insufficiente.»