GROSSETO – Prosegue la concertazione per definire l’accordo quadro da proporre a Poste Italiane in risposta al piano di riorganizzazione che prevede ingenti tagli agli uffici nel territorio. Dopo l’incontro dei rappresentanti degli enti locali con il Presidente della Regione, i presidenti e gli assessori delle Province di Grosseto, Pisa, Lucca e Siena, con alcune Unioni di Comuni e coordinati da UNCEM Toscana, hanno avviato un percorso di condivisione per elaborare una proposta unitaria.
“Il piano di riorganizzazione degli uffici proposto da Poste Italiane è inaccettabile – spiega Federico Balocchi, assessore provinciale al Coordinamento dei servizi ai Comuni –, per questo è necessaria una presa di posizione netta da parte delle amministrazioni locali. Deve esser chiaro che gli amministratori locali non accetteranno chiusure ‘a prescindere’: vogliamo un confronto sul merito, ufficio per ufficio e conti alla mano”.
“Oltre a questo – continua Balocchi – stiamo lavorando ad una proposta unitaria e condivisa dai diversi territori che consenta di aprire un tavolo con le Poste a livello regionale, in modo da arrivare a sottoscrivere un accordo che consenta di evitare o limitare il taglio degli uffici. Tra gli obiettivi principali di questa concertazione tra Enti c’è la volontà di instaurare una collaborazione tra Regione, Enti locali e Poste Italiane per la creazione di un accordo quadro che sia premessa della nascita di un vero e proprio modello toscano di collaborazione territoriale, che garantisca il mantenimento e la diffusione dei servizi essenziali per la vita delle comunità locali”.
“La nostra proposta – prosegue l’assessore Balocchi – prevederà l’introduzione di nuovi servizi in gestione a Poste e la razionalizzazione di quelli già in essere per fare degli uffici postali, che talvolta sono l’unico presidio pubblico nei piccoli centri, degli sportelli sul territorio che agevolino l’accesso dei cittadini ai servizi degli enti locali. Vogliamo inoltre proporre a Poste Italiane di dare la possibilità agli Empori Polifunzionali presenti nei piccoli borghi di svolgere i servizi postali essenziali, laddove decidano comunque di chiudere gli uffici postali perché non economici. Questo permetterà comunque di salvaguardare i servizi al cittadino e di non costringerlo a recarsi in paesi distanti diversi chilometri”.
“Credo sia importante sottolineare – conclude Balocchi – come la stesura di questa proposta, che sarà definita e inviata a Poste Italiane nei prossimi giorni, sia frutto di un’azione di sistema tra tutti i livelli di amministrazione pubblica. I firmatari, infatti, sono Regione, UPI, ANCI e UNCEM”.
Nei prossimi giorni della questione sarà chiamata a discutere anche la Consulta Provinciale dei Piccoli Comuni.