FIRENZE– Due mozioni sul prospettato taglio di quasi duecento uffici postali in Toscana e sul futuro dei servizi postali a livello locale sono state approvate, entrambe all’unanimità, dal Consiglio regionale.
La prima, con primo firmatario Ivan Ferrucci del Pd, era firmata da gran parte dei consiglieri del gruppo democratico, dal gruppo Fds-Verdi e dal consigliere Mauro Romanelli del gruppo Misto. Tale mozione, preso atto del fatto che ben 174 sono gli uffici postali a rischio chiusura su tutto il territorio toscano, impegna la Giunta a farsi promotrice nelle opportune sedi istituzionali, verso Poste Italiane, delle esigenze del “mantenimento di un servizio essenziale quale quello offerto dagli uffici postali”, a “sollecitare Poste Italiane a non procedere alla chiusura senza un previo confronto con le Amministrazioni locali” ed a chiedere a Poste Italiane di “valutare nuove forme di collaborazione assieme alle Amministrazioni locali nell’espletamento di alcuni servizi essenziali laddove la stessa azienda sia intenzionata a non proseguire nello svolgimento della propria attività”.
L’altra mozione, proposta dal consigliere Stefano Mugnai del Pdl, era incentrata sul futuro dei servizi postali in Toscana e in particolare nell’Aretino. Essa, traendo spunto dalla prevista chiusura di una quindicina di uffici e dalla “razionalizzazione” di altri cinque nella sola provincia di Arezzo, impegna la Giunta toscana a convocare la direzione regionale di Poste Italiane per “elaborare un accordo che scongiuri i disagi alla popolazione” e prospetti una “soluzione alternativa ai tagli occupazionali” nonché a segnalare il caso “all’Autorità di vigilanza governativa competente che valuterà se applicare le relative sanzioni a carico di Poste Italiane”. La mozione chiede alla Giunta anche un impegno ad intraprendere le “misure necessarie” per garantire il rispetto in Toscana del “principio di servizio universale” e quelle atte a “sostenere economicamente i Comuni più disagiati per garantire i servizi dì prossimità e quelli postali”.