CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Dedicata alla signora Chichita Calvino, musa ispiratrice e splendida compagna del grande Scrittore è la pièce teatrale ispirata ad una delle sue opere più famose “Le città invisibili”. La rappresentazione, prodotta da Pragma Srl di Roma e da “Tutto il mondo è teatro” di Grosseto è realizzata dell’Associazione Culturale Polis con il Patrocinio dei comuni di Castiglione della Pescaia, Grosseto, Massa Marittima, della Provincia di Grosseto e della Soprintendenza Archeologica Beni Culturali della Toscana. Le date in programmazione, prendono il via da Castiglione della Pescaia domani, lunedì 23 luglio alle ore 21,30, (Prima Nazionale) presso la Biblioteca Comunale in piazza Garibaldi per poi continuare il 26, 27, 28, 29 luglio, alle ore 21,30 all’Anfiteatro Romano ai Ruderi di Roselle, il 30, 31 luglio alle ore 19.00 presso il Villaggio etrusco al lago dell’Accesa in località La Pesta a Massa Marittima e il 4, 5, 6 agosto alle ore 19 alla Tomba della Pietrera e al Museo Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia. Gli attori in scena saranno Marco Belocchi, Giacomo Rosselli, Giulia Berto, Valentina Bonci, Marika De Chiara, Diego Giannettoni, Valentina Minzoni, Luca Terracciano, Valentina Vandelli con la regia di Francesco Tarsi.
“Ne Le città invisibili Italo Calvino parla di città per parlare di donne e di uomini che le costruiscono, e le abitano – spiega Tarsi -. È un inno alla vita che potrebbe essere, se la vita fosse poesia, e passione, e amore. Lo stesso Autore mette al centro del suo “poema” Bauci, la città dell’assenza d’amore, nella quale l’uomo, insediatosi, si osserva dall’alto, ma non vi è nemmeno uno specchio che rimandi la sua immagine lontana. Può osservare solo la propria assenza. Nella nostra “rappresentazione in lettura”, lasciamo integro il testo e la regia non aggiunge, né altera le parole di un testo bellissimo e vibrante, ma stimola la fantasia e l’attesa di emozione dello spettatore-lettore, con brevi momenti di musica, figurazioni e semplici coreografie, che seguono le stesse indicazioni dell’autore, predisposto alla scena, quando descrive le varie ed estrose forme di comunicazione del linguaggio di Marco Polo che si esprime con suoni, salti, pantomime, fino alla poesia della parola. Ma ciò che si aggiunge, nella nostra rappresentazione, alla forza della narrazione dell’autore, è lo scenario in cui si calano i testi e i suoi personaggi. Sono le città del passato, Vetulonia, Roselle, Cosa, dove una volta risuonarono le voci di uomini e di donne e dove ora il silenzio mantiene intatta, nella fantasia dell’uomo contemporaneo, la memoria di ciò che sono state e che forse, chissà, proprio come le città del grande Scrittore, torneranno a vivere”.