GROSSETO – La Città di Grosseto ha dedicato una via al maestro Carlo Gentili, artista cittadino autore di numerose e raffinate opere in diversi campi, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla poesia.
La cerimonia d’intitolazione si è svolta questa mattina alla presenza del sindaco Emilio Bonifazi e dei familairi del pittore. A Gentili è stato intitolato un largo, sulla via Garibaldi, tra piazza Martiri d’Istia e piazza Pacciardi. Proprio in quell’area dove per anni ha avuto la sua bottega dell’arte.
Al maestro l’Amministrazione comunale aveva dedicato alla fine del 2010 una grande retrospettiva al Cassero senese per il centenario della sua nascita; un’occasione per rendere merito alla sua opera e proseguire nel percorso di valorizzazione dei maestri dell’arte maremmana del Novecento già intrapreso dal Comune.
Carlo Gentili è stato uno dei pittori grossetani più importanti del Dopoguerra e un maestro riconosciuto per le successive generazioni di artisti locali. Vissuto a Grosseto dal 1910 al 1996, considerato una “figura determinante nel panorama artistico locale dagli anni Trenta fino agli anni Novanta, Gentili è una personalità versatile, un artista che si è dedicato alla scultura, appresa in giovinezza nella bottega di Ivo Pacini, alla pittura, in sintonia con le espressioni artistiche realiste di Guttuso, Treccani, Zancanaro, fino alla grafica e alle arti applicate. È stato autodidatta, inclinato per istinto verso l’arte, perché, come ha sempre affermato, l’artista ‘è colui che nasce con l’istinto di disegnare, di riproporre ciò che vede e ciò che sente’. La sua bottega era un luogo d’incontro naturale per artisti, intellettuali locali e forestieri, dove si dipingeva e insieme si discuteva quotidianamente di pittura.
Nilo Bacherini, Mario Nanni, Maurizio Nardini, Lucio Parigi, Dino Petri, fino agli artisti di ultima generazione, come Paolo Cimoni e Irma Alonzo, ricordano quanto fu determinante la figura di Carlo nella riflessione dei loro percorsi artistici. Un artista che ebbe anche un ruolo attivo nel dibattito politico e culturale della città, divenendo consigliere comunale e assessore dal Dopoguerra al 1951, e direttore, insieme a Tolomeo Faccendi e Bruno Dominici, della scuola Comunale di Pittura di Grosseto dal 1963 al 1966”.