GROSSETO – La Provincia di Grosseto mette in campo 3 grandi progetti per garantire la convivenza tra lupo e pastorizia nel territorio provinciale. Di questo si è parlato stamani nel corso dell’incontro che si è tenuto a Palazzo Aldobrandeschi. Tra i presenti il presidente dell’Unione dei Comuni montani dell’Amiata Grossetano, Franco Ulivieri; Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente, rappresentanti delle associazioni agricole e delle associazioni ambientaliste.
“Quella promossa e attuata dalla Provincia di Grosseto è una strategia unica in Italia – spiega Enzo Rossi, assessore provinciale allo Sviluppo rurale – che prevede un mix di azioni collegate tra loro, fondate su ricerca, valutazioni scientifiche e interventi mirati, con l’obiettivo da un lato di tutelare il lupo, specie sottoposta ad alta protezione dalla direttiva habitat, dall’altro di individuare e catturare i cani randagi, inselvatichi o incrociati con il lupo, che spesso causano i maggiori danni agli allevamenti. E proprio sugli allevamenti si sofferma la nostra attenzione: la situazione delle aziende è allarmante. Con questo genere di interventi ci auguriamo di poter alleviare una parte delle difficoltà degli allevatori, che oltre a subire i danni causati dagli attacchi dei predatori, sono già in forte sofferenza per gli effetti della crisi economica e per la questione del prezzo del latte. Il primo progetto che abbiamo promosso sulla guardiania notturna degli animali al pascolo, finanziato con 300mila euro di fondi regionali, si è appena concluso con ottimi risultati: nelle 87 aziende coinvolte si sono azzerati gli attacchi dei predatori. Adesso andiamo ad intensificare ulteriormente la nostra azione.”
A settembre parte il progetto, denominato “Medwolf”, con un budget di 3milioni e 3mila euro, di cui 2milioni e 400 mila finanziati dall’Unione europea. Tra i partner figurano insieme alla Provincia, le organizzazioni professionali, Coldiretti, Confagricoltura e Cia; WWf Italia e Legambiente, le Università e le associazioni ambientaliste italiane e portoghesi. Questa iniziativa nasce per rendere compatibile la presenza del lupo nelle zone rurali nell’Europamediterranea occidentale e per fornire all’uomo le conoscenze necessarie per una convivenza pacifica. I risultati attesi sono la riduzione del 20% dei danni agli allevamenti.
Il progetto in fase più avanzata è “Ibriwolf”, che prevede azioni pilota per la salvaguardia del patrimonio genetico del lupo nell’Italia centrale e la riduzione del randagismo. In questi giorni è iniziata la parte operativa con il posizionamento di gabbie e l’avvio delle attività di cattura dei canidi vaganti. I territori di riferimento sono l’Amiata, le zone pedemontane e il Parco regionale della Maremma. Alcune gabbie sono già state posizionate nei Comuni di Arcidosso, Manciano e Roccalbegna. Gli esemplari ibridi, una volta identificati e catturati saranno affidati al Crasm, il Centro di recupero degli animali selvatici del Wwf a Semproniano, mentre i cani randagi saranno consegnati ai canili comunali. Il progetto, finanziato dall’Unione europea con 2 milioni e 296 mila euro provenienti dal Programma Life, di cui un milione e 700mila destinati al territorio provinciale, coinvolge la Provincia di Grosseto come Ente capofila, l’Università degli Studi La Sapienza di Roma con il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”, Wwf Italia; il Parco regionale della Maremma; l’Unione dei Comuni Montani dell’Amiata grossetano. E’ iniziato a settembre 2011 e terminerà a febbraio 2015. E’ in corso una robusta azione di identificazione degli ibridi con la collaborazione della Provincia di Siena e sono state messe a punto le migliori tecnologie per la caratterizzazione genetica e morfologica degli esemplari.
“Questo progetto –dichiara Enzo Rossi – ci consente di intervenire sul randagismo e di tutelare il patrimonio genetico dei lupi, ma anche di ridurre gli attacchi agli allevamenti. Le azioni di cattura verranno portate avanti attenendoci in maniera scrupolosa al protocollo d’azione sottoscritto il 28 giugno con tutti i soggetti interessati. Prima di procedere abbiamo inviato una comunicazione ai Comuni, alla Asl 9, alla Polizia provinciale e alle organizzazioni agricole Coldiretti, Cia, Confagricoltura per assicurare il necessario coordinamento”.
Strettamente interconnesso a questo sistema di azioni è il progetto per la salvaguardia degli animali allevati al pascolo avviato dalla Regione, su proposta della Provincia. “Inizia adesso la fase operativa -commenta Enzo Rossi –: la Provincia ha ottenuto un finanziamento di 100mila euro dal Piano agricolo regionale che ci consente di acquistare 80 dissuasori acustici, recinzioni elettriche e gabbie di ultima generazione. Abbiamo effettuato in questi giorni i sopralluoghi nelle aziende pilota in cui sperimenteremo la strumentazione e avviato l’iter per individuare le ditte fornitrici. Durante l’estate contiamo di iniziare la distribuzione del materiale alle aziende.”