GROSSETO – «Gli allarmi siccità e la crisi nel sistema idrico sono il big-ben del nostro territorio, anzi potremmo rimettere le lancette degli orologi tanto sono puntuali le condizioni di emergenza nel corso dell’anno alternando fasi alluvionali a periodi di siccità.» Ad affermatlo Laura Cutini (nella foto a destra) Capogruppo misto di minoranza in Consiglio provinciale. «Comprendo e sottoscrivo la denuncia e le grandi preoccupazioni dei settori agricoltura, come dichiarato dal presidente di CIA Rabazzi, nello stesso tempo ricordo come ogni anno chiediamo il sostegno alle istituzioni proponendo e sollecitando soluzioni che spesso rimangono sulle carte di relazioni e progetti. In quante occasioni – si chiede Cutini – sono stati indicati recuperi delle acque denominate “di seconda mano?”, continuiamo invece a buttare in mare centinaia di litri d’acqua in uscita al depuratore e non si raccolgono, neppure in piccole quantità ad uso civile, le acque di pioggia.»
«Da alcuni giorni anche la disponibilità di acqua ad uso potabile è a rischio, tanto da far decidere alla società Acquedotto del Fiora la chiusura per alcune ore dell’erogazione. La sospensione del flusso idrico notturno – si legge nella nota – è un provvedimento che non veniva applicato da molti anni, questo dimostra la criticità alla quale è arrivata la disponibilità della risorsa; anche in questo caso la percentuale di perdita dalla rete di distribuzione si mantiene elevata, ancora non sono state risolte le carenze strutturali dell’acquedotto, nonostante il D.Lgs. n°152/99 indicasse per l’anno 2008 il raggiungimento del requisito “sufficiente” con il recupero delle perdite in rete.»
«Il rischio maggiore è che se non si provvede velocemente ad invertire questo trend con interventi strutturali, – sottolinea Cutini – il deficit idrico potrà rappresentare il limite di sviluppo economico (in questo periodo molto compromesso dalla crisi internazionale) per tre settori importanti della nostra provincia: turismo, agricoltura, industria. Il ritardo con il quale sono state disattese norme come la legge regionale per l’emergenza idrica e il piano antisiccità ha prodotto e continua a produrre danni che segneranno forse la chiusura di alcune aziende, dove sono finiti i programmi per la realizzazione degli invasi idrici pubblici e multifunzionali?»
«Confermo quanto dichiarato dall’assessore provinciale Rossi quante volte, nelle commissioni provinciali, abbiamo affrontato il problema della risorsa idrica, abbiamo visionato progetti, valutato piani, abbiamo sperato in quella destinazione di risorse economiche per la nostra provincia indicate nella Delibera del Consiglio Regionale Toscano che rendeva disponibili circa tre milioni di euro per interventi di recupero delle acque, ma era l’anno 2005 – conclude Laura Cutini – e gli invasi sono ancora sulla carta.»