GROSSETO – I pubblici esercizi e ristoratori maremmani perdono il 33,6% di fatturato a causa delle sagre. È quanto rilevato da Fipe, la Federazione pubblici esercizi di Confcommercio sull’impatto delle sagre sul fatturato dei pubblici esercizi e locali. Le perdite, tutte piuttosto pesanti, sempre secondo Confcommercio Pisa, oscillano tra il 19 e il 34% nelle diverse province; unica eccezione Siena dove la perdita è solo del 4%. Grosseto la realtà più penalizzata, seguito da Arezzo Pistoia e Lucca che si assestano al 30% mentre Firenze, Pisa e Livorno registrano un più contenuto -20%.
Le sagre, affermano dalla Confcommercio di Pisa sono un «tipico esempio di concorrenza sleale, elusione di tutte le normative igienico-sanitarie, di sicurezza e fiscali sono per definizione proprio sagre e feste varie, che non solo procurano un danno all’erario, ma di fatto alterano la concorrenza con i pubblici esercizi regolari. In Toscana la perdita di fatturato complessivamente stimata ammonta a 43 milioni di euro, con una media di 23 feste o sagre per comune per circa mille eventi annui e 6.600 giorni di manifestazioni. Per questo – afferma Federico Pierangioli direttore di Confcommercio Pisa – chiediamo da tempo che gli enti locali stilino un calendario delle sagre e delle feste autorizzate, comprovanti la qualità e la tipicità dei prodotti somministrati, vietando tutte le altre».