di Barbara Farnetani
GROSSETO – Dal 7 luglio via libera ai saldi estivi che si protrarranno sino al 4 settembre. La delibera regionale stabilisce infatti in 60 giorni la durata dei saldi. La data di inizio, a differenza degli scorsi anni, sarà la stessa per tutta Italia. Niente più viaggi nella regione accanto per afferrare le occasioni anzitempo dunque, anche se, come spesso capita, per i clienti affezionati i negozianti sono sempre pronti a fare un piccolo strappo alla regola anticipando di un giorno o due la data degli sconti.
I saldi sono, da sempre, un momento in cui i commercianti ripongono grandi speranze e aspettative. E se una volta era solo un modo per liberarsi di rimanenze e magazzino, oggi, con la crisi che si fa sentire sempre di più, rappresentano un momento in cui cercare di rifarsi di una stagione spesso deludente. Anche perché, come emerge anche da una recente ricerca Ipsos, la crisi ha modificato le abitudini dei consumatori, che sempre più spesso cercano l’occasione ma con budget sempre più esigui. La percentuale di chi acquista durante i saldi o negli outlet è passata dal 79 all’87%, anche se, rispetto al resto d’europa, siamo sempre coloro che spendono di più per l’abbigliamento. Rispetto allo scorso anno per il 64,8% degli intervistati gli acquisti di abbigliamento saranno minori e solo per il 28% uguale ad un anno fa; per il 60,2% sarà inferiore anche il budget a disposizione. I consumatori prediligono capi comodi (87%), eco-sostenibili e di qualità, che significa per il 36% un capo ben fatto, per il 35% fatto con materiale resistente, e che duri nel tempo (26%). Solo per il 13% a contare è lo stile. Importante è la composizione dei capi di abbigliamento: le fibre naturali sono le preferite, il cotone in testa per il 65% degli intervistati che si dice disposto anche a spendere di più per questo.
Gli Italiani, crisi o non crisi, amano comunque lo shopping: il 75% vi si dedica almeno una volta al mese. Tra questi, il 34% acquista abbigliamento, il 23% scarpe, il 21% spende per l’elettronica e solo il 7% nel tessile per la casa. Il 25% fa ancora acquisti nel negozio di fiducia, ma due anni fa la percentuale era del 37%, mentre catene e franchising sono salite dal 2 al 14%.
Infine alcune regole per affrontare questi saldi senza incappare in fregature: sulla merce in saldo devono essere indicati i due prezzi, originario e scontato, e la percentuale di sconto; in caso di vizi o mancata conformità rispetto alle caratteristiche del bene venduto, anche in occasione dei saldi, il commerciante deve sostituire la merce. Se il negoziante nel resto dell’anno accetta assegni, carta di credito e bancomat è tenuto ad accettarli anche durante i saldi di fine stagione. La regola fondamentale è poi, come sempre, fare un giretto per negozi nei giorni precedenti per verificare quali sono i capi di stagione e, se si vede qualcosa che ci piace, controllarne il prezzo, così da evitare sia di acquistare abbigliamento fuori moda sia che i prezzi siano stati gonfiati ad hoc per poi essere scontati ai saldi.