di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Mi hanno ammazzato, scappa.» Sono state queste le ultime parole di Hola Panajot, al cugino Maxim Dorememaj che insieme a lui aveva forzato un posto di blocco della Polizia al bivio di Casal di Pari, sulla Senese. Interrogatorio di garanzia in carcere questa mattina per Dorememaj, che ha risposto alle domande del magistrato fornendo la propria versione dei fatti. Un racconto, per la verità, piuttosto aderente alla ricostruzione emersa dagli atti delle indagini. Dorememaj ha confermato che il cugino non si è fermato all’alt, e che la loro corsa è proseguita nonostante avessero sentito esplodere alcuni colpi di pistola. Voltandosi verso Panajot si è accorto che era ferito, ha visto la grossa chiazza di sangue che si allargava sul petto, una ferita mortale tanto da non controllare più bene l’auto che infatti è andata a cozzare contro il secondo mezzo della polizia che cercava di impedire la fuga dei due Albanesi. Sulle modalità con cui i colpi sono stati sparati sarà la perizia balistica effettuata da Paride Minervini a fare luce, intanto per Dorememaj è caduta l’accusa di tentato omicidio mentre resta quella di traffico di stupefacenti.
Questa mattina, presso l’obitorio di Grosseto, il medico legale Floriana Monciotti ha effettuato l’autopsia sul corpo di Panajot, mentre nei prossimi giorni l’avvocato difensore di Dorememaj, Cesare Vincenzo Martucci, valuterà la possibilità di fare istanza per trasformare la detenzione in carcere in arresti domiciliari. In questo caso l’alloggio prescelto sarebbe quello dove vive la compagna di Panajot. Dimora che appartiene alla mamma della ragazza. La donna attualmente si trova ricoverata in ospedale e dunque si dovrà attendere che esca per farle firmare la dichiarazione di disponibilità.