FIRENZE – È lotta serrata in Toscana contro il cinipide galligeno, l’insetto noto anche come “vespa cinese”, che ha gravemente alterato l’equilibrio biologico del castagno.
La Regione ha varato fin dal 2010 un progetto quadriennale di lotta biologica al quale collaborano 19 enti locali (Provincia di Lucca; Provincia di Massa Carrara; Provincia di Pistoia; Provincia di Pisa; Comune Palazzuolo sul Senio; U.C. Montani del Casentino; U.C. Mugello (Strada del Marrone); U.C. Val d’Arno e Val di Sieve; U.C. Colline Metallifere; U.C. Montani Amiata Grossetana; U.C. della Garfagnana; U.C. Media valle del Serchio; U. C. della Versilia; U.C. della Lunigiana; U.C. dell’Alta val di Cecina; U.C. della Val di Bisenzio; U.C. dell’Appennino pistoiese; U.C. della Val di Merse; U.C. dell’Amiata Val d’Orcia) con il coordinamento del Servizio Fitosanitario Regionale e dal Settore Programmazione Agricola e Forestale della Regione Toscana. La responsabilità scientifica del Progetto è del Centro di ricerca per l’agrobiologia e la pedologia – CRA/ABP – mentre l’insetto utile è fornito dal DiVAPRA dell’Università di Torino.
Nel 2012 sono stati effettuati ben 64 rilasci dell’antagonista naturale (Torymus sinensis) del cinipide, mentre nel 2011 erano stati 27 e nel 2010 i lanci furono 5. Complessivamente sono stati effettuati dunque 96 lanci con 15 mila insetti utili disseminati sul territorio a caccia del cinipide.
La Regione sta realizzando inoltre alcuni centri di moltiplicazione dell’insetto utile con lo scopo di rendere autosufficiente il territorio regionale nella sua produzione. Delle 5 località individuate per l’ allevamento, una è già in grado di produrre piccoli quantitativi di insetto utile, due sono in fase di avanzata realizzazione mentre le altre due, finanziate attraverso un progetto nazionale dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste in accordo con le Regioni nell’ambito del Piano Nazionale del Settore Castanicolo 2010/2013, sono attualmente in fase di progettazione e saranno realizzate in stretta sinergia con gli utilizzatori attraverso il coinvolgimento di associazioni castanicole che si faranno carico della loro gestione.
“Il coinvolgimento diretto dei castanicoltori, attraverso le rispettive associazioni, nella gestione dei centri di moltiplicazione del torymus – sottolinea l’assessore all’agricoltura e foreste della Regione, Gianni Salvadori – è una novità significativa. In questo modo la produzione dell’insetto utile può essere organizzata in funzione delle reali necessità del territorio, abbattendo anche i costi di approvvigionamento sul libero mercato. Il servizio fitosanitario regionale – conclude l’assessore – fornirà naturalmente tutte le prescrizioni tecniche necessarie alla lotta biologica e vigilerà sulla correttezza della distribuzione degli insetti utili.”
I risultati della lotta biologica, relativi ai primi due anni, sono considerati incoraggianti, ma intanto non si tralasciano gli studi anche su altre tecniche di lotta all’insetto dannoso attraverso altri antagonisti, autoctoni, e pratiche selvicolturali efficaci volte a sostenere la produzione castanicola .