GROSSETO – Leggera crescita per il settore artigiano. È quanto emerge dal rapporto “Trend” che sarà presentato domani da Cna: l’indagine congiunturale semestrale con cui la Confederazione degli artigiani, in collaborazione con ISTAT, analizza i dati della contabilità di migliaia di imprese artigiane nella nostra regione. «Il Rapporto consuntivo 2011 – afferma Renzo Alessandri direttore Cna Grosseto – conferma un “rimbalzo” dell’artigianato dopo il picco negativo registrato lo scorso anno: quello il cui la crisi ha sembrato raggiungere, in Maremma, la punta maggiore di intensità. I dati contabili “Trend” (fatturato, costi e investimenti), permettono di tracciare il profilo di un lento quanto faticoso tentativo di “emersione” dalla crisi.»
«Dopo un quinquennio, dal 2005 al 2010, in cui le imprese locali hanno “lasciato sul campo” quasi il 50 per cento del proprio fatturato, – continua la Cna –l’artigianato maremmano archivia un 2011 di segno positivo. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente il fatturato evidenzia un recupero pari al +12,7%, in netta controtendenza rispetto alla dinamica negativa che permane a livello regionale (-3,9%). I positivi dati espressi dall’artigianato grossetano hanno le caratteristiche tipiche di un “rimbalzo” rispetto al minimo ciclico toccato nel 2010. In ogni caso, dati contabili alla mano, la dinamica dell’anno 2011 concretizza in un recupero di fatturato che supera i 40 milioni di euro: per la precisione, +41,1 milioni di euro.»
«Siamo in presenza di segnali incoraggianti che risultano trasversali ai principali settori economici, – conclude Alessandri – anche se è “il motore” dell’artigianato maremmano, e quindi l’edilizia, a presentare il recupero più consistente (fatturato +18,5%), mentre manifatturiero e servizi, rispettivamente, non vanno oltre il 6,5 e l’8,4% rispetto al 2010. Il Rapporto individua ancora una volta, nelle costruzioni, il vero “dominus” delle dinamiche economiche locali. Positive anche le dinamiche occupazionali e, almeno in sede locale, il rapporto tra natalità e mortalità delle imprese.»