GROSSETO – L’amministrazione comunale ha messo nero su bianco la propria contrarietà rispetto al progetto preliminare presentato dalla Rete ferroviaria italiana per l’insonorizzazione del tratto ferroviario cittadino. Lo ha comunicato l’assessore all’Ambiente Giancarlo Tei, con una nota scritta, alle Ferrovie italiane e alla Regione Toscana.
“Dopo l’incontro che abbiamo avuto a Firenze lo scorso 17 maggio e anche in considerazione di quanto emerso dall’assemblea pubblica convocata nella sala consiliare del Municipio pochi giorni dopo – dice l’assessore Tei -, il Comune fa sapere di non condividere la soluzione tecnica relativa alla realizzazione di barriere di mitigazione del rumore ferroviario di dimensioni variabili tra i 3,50 e i 7 metri lungo il tratto interno del capoluogo”.
“Per il forte impatto visivo che questo progetto comporta, vista la vicinanza della linea ferroviaria con il centro storico della città – prosegue Tei – consigliamo di indirizzare la scelta progettuale su soluzioni tecniche meno invasive e comunque, efficaci. Del resto, le interruzioni previste in prossimità dei sottopassi e la necessità di effettuare monitoraggi successivi alla esecuzione delle barriere per accertare i reali benefici ottenuti in termini di abbattimento del rumore, suscitano non poche perplessità. Inoltre, la stessa Giunta regionale, con delibera 155 del 23 novembre 2004, suggerisce di limitare l’altezza delle barriere a 4,5 metri e lo stesso Decreto ministeriale del 29 novembre 2000, indicando le priorità e i metodi preferenziali per la realizzazione degli interventi di risanamento sulle infrastrutture, pone al primo posto le azioni da effettuare alla sorgente del rumore. Azioni che, così come riportato nel documento di analisi 2012 redatto da Arpat Toscana e Cnr di Pisa, possono consentire di ottenere riduzioni di emissione del rumore tutt’altro che trascurabili. In conclusione, riteniamo che per il tratto di infrastruttura che attraversa la città risultino più idonei gli interventi da effettuare alla sorgente del rumore, secondo le caratteristiche e le tipologie individuate dallo stesso documento di analisi dei piani di contenimento e abbattimento del rumore ferroviario così come scritto nell’ex Decreto ministeriale del 29 novembre 2000 di RFI; analisi condotta da Arpat Toscana in collaborazione con il Cnr di Pisa”.