GROSSETO – “La sentenza della Cassazione non si discute. Il comandante Schettino non vuole discutere la decisione della Cassazione, in cui sia lui sia io abbiamo piena fiducia. Il nostro ricorso è stato una conseguenza di quello della Procura di Grosseto. Era difficile immaginarsi un esito diverso”. Lo ha detto l’avvocato Bruno Leporatti (nella foto), difensore del comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, commentando le motivazioni della Corte di Cassazione, che ha confermato gli arresti domiciliari, dopo averlo definito non idoneo al comando di una nave. Il legale ha sottolineato come la Cassazione ha giudicato in base alle prove e agli elementi a sua disposizione fino a quando si è svolta l’udienza del Tribunale del Riesame.
“Se la Cassazione si è pronunciata così, comunque, significa che si è basata su materiale probatorio prodotto prima del 6 febbraio. Per esempio – ha spiegato l’avvocato Leporatti – non tiene conto del video trasmesso successivamente dal Tg5, in cui non si vede un uomo con le mani nei capelli ma che si informa e dà ordini, senza essere sostituito da altri. Così come non tiene conto di quelle telefonate tra Schettino e la Capitaneria di porto di Livorno avvenute la sera stessa del naufragio all’isola del Giglio, in cui il comandante lucidamente informa di quello che sta accadendo”.
Leporatti ha dichiarato anche che “non si tiene conto di quelle telefonate tra l’unità di crisi della Costa e la stessa Capitaneria, dove è dimostrato che la prima era a conoscenza della situazione. Leggendo tutte le carte che ci arrivano, contando che abbiamo più di quattromila avversari in questo processo, emerge un quadro costantemente nuovo, senza considerare che ancora ce ne mancano alcune. Ad esempio, non ho ancora visto la documentazione relativa all’interrogatorio di Roberto Ferrarini, capo dell’unità di crisi di Costa, sentito prima come persona informata sui fatti e poi come indagato – continua Bruno Leporatti – non vogliamo scaricare la colpa su nessuno, ma tutti hanno scaricato la colpa su Schettino. Non ci stiamo a far passare il comandante come il mostro: non è l’unico responsabile di questa vicenda, come dimostrano i fatti venuti alla luce con il passare del tempo” ha concluso Leporatti.