RIBOLLA – Mendes Masotti, uomo generoso troppo presto dimenticato. Una lettera aperta inviata alla stampa e alle istituzioni ha alzato il velo su una figura che ha inciso molto nella storia della comunità di Ribolla (nella foto il monumento al minatore di Ribolla).
“Vengo a sottolineare con profondo dispiacere, – si legge nella lettera scritta da Renzo Franchi – come nelle tante ed indubbiamente significative iniziative sulla memoria della miniera di Ribolla, della lotta partigiana locale, delle vicende politiche del dopoguerra mai, in nessuna occasione sia stato ricordata l’importante figura di Mendes Masotti. Masotti – continua Franchi – era nato nel mio paese, Montemassi. Primo di quattro fratelli, crebbe in un ambiente di forti tradizioni antifasciste. Adulto partecipò attivamente alla lotta contro il regime fascista e nel periodo della lotta di liberazione divenne partigiano nella formazione dei ‘Lupi Rossi’ diventando, più avanti, un capo di questo gruppo”.
“A tal proposito nel 1973 gli fu conferita dal Distretto Militare di Grosseto la ‘Croce al merito di Guerra’. Finita la guerra – sottolinea Franchi – si iscrisse al Partito Comunista Italiano e iniziò attivamente a lavorare per il Partito stesso, divenendo segretario della Sezione di Ribolla. Negli anni cinquanta portò a compimento un suo progetto: la costruzione della ‘Casa del Partito e del Popolo’. Erano anni decisamente critici, numerose difficoltà si presentarono, la lotta operaia (la famosa lotta dei cinque mesi), la perdita del posto di lavoro per la difesa delle proprie ideologie, le ingiustizie subite. Tutto l’impegno profuso per il Partito prima del licenziamento divenne poi uno stabile impiego. La partecipazione alla vita politica lo portò ad essere eletto nel Consiglio Comunale di Roccastrada nelle file del Partito Comunista Italiano dove ricoprì la carica di Vice Sindaco e di Assessore per molte legislature. Importante fu l’impegno che dedicò allo sviluppo della locale Coop di Ribolla della quale fu Presidente fino alla sua morte. Ultimo progetto: ‘Il monumento al minatore’. Di lui rimane, nella memoria di chi l’ha conosciuto, e soprattutto amato, il ricordo della sua infinita umanità e generosità nel cercare di aiutare tutti senza pregiudizi politici. Credo sia giunto il momento di trovare l’occasione giusta per ricordare questa figura, – conclude Franchi – di cui a distanza di anni dalla scomparsa, emerge fortemente la modernità e l’esempio che può essere trasferito anche a chi vive i difficili e confusi giorni di oggi.”