GROSSETO – L’Amministrazione comunale si schiera dalla parte delle famiglie più colpite dalla crisi economica, come quelle con nuovi disoccupati, e introduce tra i criteri di ammissione agli asili e alle scuole d’infanzia comunali, anche quello dell’ISEE che, sul totale dei punti assegnabili in media (130) peserà 19,23 % (25 punti).
Una selezione più giusta che si rende necessaria nonostante l’apertura prossima del nuovo asilo di via Mozambico e di quella avvenuta nella rinata struttura di Batignano, nonché dell’avanzata politica di integrazione con privati convenzionati e di distribuzione delle risorse comunali e regionali.
Dunque il peso della complessiva situazione patrimoniale familiare peserà per oltre il 19% nell’assegnazione del punteggio mentre, per il resto, continueranno a contare i criteri già esistenti. E naturalmente saranno fatte puntuali verifiche sulle autodichiarazioni effettuate, per combattere le conseguenze di fenomeni di evasione fiscale o presenza di lavori in nero.
“L’Amministrazione sceglie di stare dalla parte dei soggetti più esposti alle conseguenze della crisi economica – ha affermato il Sindaco Emilio Bonifazi – e si tratta di una convinta e orgogliosa scelta di campo. Perché se è vero che l’educazione è un diritto di tutti, è anche vero che sono le famiglie che vedono ridurre il proprio reddito, quelle che vedono un loro membro perdere il lavoro, ad aver più bisogno del sostegno pubblico”. “Direi che è finalmente la condizione patrimoniale e non più solo il reddito – ha aggiunto l’assessore alle Politiche Educative, Luca Ceccarelli – a determinare quali siano le realtà da aiutare di più. E non per demagogia – ha concluso l’assessore – ma per una concreta necessità di venire incontro alle situazioni più disagiate e garantire il moderno principio delle pari opportunità”.
A oggi, le domande pervenute per l’accesso al nido 2012-2013 ammontano a 403 sui 232 posti disponibili nelle strutture comunali (33 lattanti, 78 medi e 121 grandi), di cui 100 sono però già occupati da bambini riconfermati; restano quindi liberi solo 132 posti. Arrivano invece a 227 le domande per l’accesso alla scuola dell’infanzia sui 388 posti comunali disponibili (275 sono occupati dai bambini confermati e quindi sono disponibili 113 posti).
In quest’ultimo caso la presenza di scuole statali, comunali e religiose consente di coprire facilmente l’intero fabbisogno della popolazione. Per i nidi, invece, subentrano delle opportunità ulteriori garantite a quelle famiglie che risultano comunque in lista per le strutture comunali, che possono quindi accedere a buoni servizio e voucher. E’ chiaro che, con il nuovo criterio di accesso legato all’ISEE non tutti quelli che avrebbero potuto avere accesso al primo anno potranno averlo anche quest’anno. Con il nuovo criterio resta sostanzialmente invariato il potenziale di accesso per le famiglie di prima fascia (da 0 a 6mila euro), mentre per la seconda (da 6mila e 12mila) resta stabile per le scuole d’infanzia con una variazione in aumento di 30 nuove richieste per i nidi, proprio a causa dell’impoverimento economico diffuso. 20 nuove richieste anche per la terza fascia (da 12mila a 18mila euro). Aumenti registrabili in modo simile anche per la quarta e la quinta fascia.
Per le famiglie che non riescono a trovare posto negli asili comunali esiste però il sistema integrato di servizi per la prima infanzia con i posti in convenzione presso qualunque nido privato autorizzato (fascia 0-3). 122 famiglie nel 2011-2012 con Isee fino a 26mila euro hanno ricevuto il massimo (2mila euro); erano 50 nel 2005, con un fondo di oltre 230mila euro (quasi 120mila euro in più del previsto) finanziato dalla Regione. Poi esistono anche le convenzioni dirette del Comune con strutture private che offrono il servizio alle stesse cifre delle strutture pubbliche, poiché la differenza del costo è a carico dell’Amministrazione, circa 290mila euro investiti nel 2011 tra fondi propri (oltre 190mila euro) e altri regionali. In quest’ultimo caso, altri 89 bambini hanno potuto godere di questa opportunità.
Nell’anno 2011-2012 si è confermato infine un investimento complessivo in questo ambito di 5,3 milioni di euro, di cui solo il 10%, circa 560mila euro, vengono dalla compartecipazione tariffaria delle famiglie. Obiettivo dell’Amministrazione non può essere dunque che quello di studiare soluzioni capaci di essere sempre più aderenti alla reale condizione patrimoniale delle famiglie e garantire ancor di più quel criterio di equità che, da anni a Grosseto, viene difeso e promosso.