GROSSETO – L’attualità, le svolte ed i continui cambiamenti che hanno caratterizzato i partiti ed il quadro politico italiano negli ultimi trent’anni saranno al centro dell’incontro organizzato dall’Istituto Gramsci di Grosseto, che si terrà venerdì 11 maggio, alle 17, presso la Sala delle Colonne del Polo Universitario Grossetano, in via Ginori 41.
Relatore un ospite d’eccezione: il direttore della Fondazione Gramsci Nazionale, Silvio Pons, che terrà una conferenza su “La transizione infinita: la Repubblica dagli anni Ottanta ad oggi”.
Quello in programma il prossimo venerdì è il quarto appuntamento con il pubblico dell’Istituto Gramsci di Grosseto, nato nello scorso gennaio per iniziativa della Consigliera Regionale Lucia Matergi. Un appuntamento ospitato, ancora una volta, dall’Università, con la quale il Gramsci grossetano sta consolidando i rapporti, anche in relazione ai temi economici indagati nel corso delle “Letture gramsciane”, un’altra delle sue iniziative.
Silvio Pons Docente di Storia dell’Europa orientale presso l’università di Roma “Tor Vergata”, è autore di numerosi libri sulla Russia sovietica e sul comunismo italiano ed internazionale, l’ultimo dei quali, “La rivoluzione globale. Storia del comunismo internazionale, 1917-1991”, edito da Einaudi, ha visto la luce proprio quest’anno; in quest’opera, l’autore torna a misurarsi con le tesi di Eric Hobsbawm, celebre teorico del “Secolo breve”, soprattutto in merito al rapporto fra comunismo e democrazia. Su questo sfondo si collocherà anche la conferenza di venerdì prossimo, che proietterà le vicende italiane degli ultimi decenni nel contesto internazionale ed inoltre offrirà una riflessione più generale sull’Italia degli ultimi trent’anni, nei quali lo studioso individua cinque principali fasi di transizione fra gli anni Settanta ed il presente.
Nell’ambito delle “letture gramsciane”, il prossimo incontro pubblico, sempre nella sede dell’università, è fissato in una data significativa, il 23 maggio, scelta per commemorare l’impegno civile dei giudici Falcone e Borsellino, a venti anni di distanza dalle stragi del 1992.