GROSSETO – Offrire ai giovani di questa città uno spazio di dibattito civico per dargli l’opportunità di elaborare idee, e soprattutto sottoporle all’attenzione dell’opinione pubblica e di chi amministra.
A darsi questo obiettivo, per uscire dalla palude della polemica sterile che contrappone i “giovani” alla “politica”, i Giovani Democratici e il Partito democratico del capoluogo. Si comincia venerdì 11 maggio (domani) al circolo Arci Khorakhanè di via Ugo Bassi, a Grosseto, dove una quarantina di ragazze e ragazzi che frequentano le scuole medie superiori e l’Università si ritrovano a partire dalle 17:00 per discutere di “FaceCity. La Cittadella è cosa nostra. Vogliamo un luogo di sport, cultura, incontro e formazione”.
«Il primo appuntamento – spiega Marco Di Giacopo, liceale e uno degli organizzatori dell’incontro – lo abbiamo voluto dedicare alla cittadella dello studente, approfittando del bando di idee che la Provincia ha pubblicato per avere contributi in vista di una sua diversa organizzazione. Ci siamo immaginati il wireless gratuito per comunicare in modo più funzionale anche progetti didattici, lo sviluppo delle energie rinnovabili, un diverso utilizzo degl’impianti sportivi e tante altre cose ancora. La cittadella è un luogo “nostro” che viviamo tutti i giorni, e pensiamo sia giusto rappresentare alle istituzioni il nostro punto di vista. Ad ogni modo, questo è solo il primo appuntamento di una serie di incontri che abbiamo già in calendario».
Al Khorakhanè ci saranno il presidente della Provincia Marras e il sindaco Bonifazi. Marco Di Giacopo terrà un’introduzione sul nuovo concetto di scuola, Emanuele Bartoli, affronterà il tema della nuova Biblioteca Chelliana, Francesco Morante quello della digitalizzazione scolastica e del Wi-fi, mentre
Giulia Zullo, si occuperà delle energie rinnovabili a scuola.
«Ciò che cambia la prospettiva – spiega la giovane consigliera comunale Veronica Tancredi, fra i promotori dell’iniziativa è che questo ciclo di conferenze viene proposto direttamente dai giovani, che hanno solo chiesto di poter ragionare liberamente dello sviluppo e del futuro della nostra città. I ragazzi e le ragazze di Grosseto hanno tutto il diritto di essere anch’essi artefici della società in cui vivono. Ed è un bene che le istituzioni si decidano ad ascoltarli per recepire le loro istanze. Solo i punti di vista nuovi sono infatti reali portatori di cambiamento».