a cura di Simone Pazzaglia
Voglio assolutamente presentarvi due autori sui-generis (era da un po’ di tempo che volevo usare questa parola, dicono che vada di moda e sia mai che non mi adeguo!).
Si chiamano udite, udite Alessandro Cascio Shovinskij (giuro è così) e Frank Solitario (è lo pseudonimo, lo usa quando scrive e io non mi sono mai preso la briga di chiedergli come si chiama realmente).
Il primo vive…in giro per il mondo, attualmente è a Praga (a farsi tatuare due ali da angelo dietro la schiena) ma è Siciliano, mentre Frank è un romano di Roma.
Entrambi e per motivi diversi sono, a mio giudizio, (spero che non me ne vorranno per le parole che utilizzerò) due autori irriverenti, a volte estremi, assolutamente originali e sicuramente pazzi ( qui ci starebbe bene la scena di Alice in Wonderland in cui il Cappellaio matto dice ad Alice tristemente “ho la testa talmente affollata, sto per diventare pazzo?” e Alice toccandogli la fronte risponde con assoluta serietà “credo di sì, sei assolutamente svitato, ma ti rivelo un segreto, tutti i migliori sono matti!”).
Ed ecco quindi a voi “Splatter Baby” di Cascio e “Cronache da un mondo (im)possibile” di Solitario, gli autori si presentano così:
Splatter Baby non è una lettura d’intrattenimento, nonostante intrattenga gli amanti del genere “parole e sangue”. E’ più un saggio filmico sulla crudeltà, sull’infanzia, sulla real tv. La storia narra le vicende di un gruppo di bambini che vivono in un borgo al sud dell’Inghilterra, lontano dai grossi centri in cui le cose succedono e che sognano che il mondo parli di loro, che lo faccia attraverso la TV. Per questo i bambini formano una banda e cominciano le loro diaboliche avventure prendendo come esempio la Real TV del magnate del Re delle televisioni Jude Ravtiziel. Parallelamente alla storia centrale, si svolgono tante microstorie, microvite apatiche, rabbiose o sognantrici, parte di un macrocosmo inevitabilmente condotto alla tragedia, ma è proprio grazie a questa tragedia che il borgo comincia a brillare, comincia ad esistere per il mondo e la sua storia. Splatter Baby lo si deve leggere perchè è stato scritto senza desiderare una pubblicazione, perchè andava scritto e basta. Tutti i romanzi andrebbero scritti in questo modo, sinceri, senza porsi come destinazione il mercato, ma i significati e basta. Qui di significati ce n’è tanti, non c’è nessuna ipocrisia, ci sono immagini e linguaggi forti che fanno crucciare il viso solo quando vengono trasposti in arte, non ci accorgiamo invece che questa è la realtà ed è dovunque. E poi va letto perchè lo ha scritto Alessandro Cascio. Punto.
“Cronache da un mondo (im)possibile”.
“Nel mondo apparentemente (im)possibile narrato in questo libro c’è lo stadio terminale della società della comunicazione, della pubblicità, dello sfruttamento del lavoro, delle risorse intellettuali, delle potenzialità emotive, dei sogni.
Venti racconti brevi, venti domande, venti vite diverse o venti fasi della stessa vita; venti stanze divise per piani, dall’ultimo al primo, in un viaggio verso le origini di chi eravamo.
Cosa è realtà e cosa è finzione?
Esiste forse solo un “discorso sulla” o un “racconto della” realtà.
Questo credo sia il punto chiave del libro, dico credo perché non l’ho mai letto.
Per chi chiede lumi circa lo stile narrativo, risponderò con i nomi che mi hanno citato i lettori stessi: Queneau, Calvino, Cortazar, Bolano, molto molto simile, ma non proprio uguale, ecco.
Ecco, appunto, questi sono gli autori di oggi, come sempre vi consiglio di andarveli a cercare e, se riuscirete a trovarli (è gente restia e spesso sfuggente) vi accorgerete che i miei consigli non sono mai banali! (modestie a parte)…(da oggi non userò mai più le parentesi tonde).
(Accattateville!!!).