GROSSETO – Il Disegno di legge di riforma della Protezione civile preoccupa per i suoi contenuti. Fra le varie cose, infatti, si prevede che lo stato di emergenza duri di regola 60 giorni, con una proroga straordinaria di 40, e che le gestioni commissariali che operano al momento di entrata in vigore della riforma non vengano più prorogate o rinnovate. Se la Protezione civile rimane sotto la presidenza del Consiglio, inoltre, viene rafforzato il ruolo del ministro dell’Interno, prevedendo che il presidente del Consiglio possa esercitare in proprio le funzioni di promozione e coordinamento delle attività delle amministrazioni statali e locali e di ogni altra istituzione pubblica e privata sul territorio, oppure delegare tali funzioni al solo Ministro dell’Interno.
«Le novità che si vogliono introdurre – sottolinea il presidente della Provincia, Leonardo Marras – rischiano di avere ripercussioni pesanti per la nostra realtà. In Maremma abbiamo infatti due situazioni sulle quali le nuove disposizioni potrebbero incidere: l’emergenza laguna a Orbetello, e quella della Costa Concordia.
Nel primo caso, dopo 17 anni, è un po’ difficile continuare a giustificare la presenza di un commissario straordinario per gestire l’emergenza laguna, ma deve essere chiaro a Governo e Regione che, nel caso si chiudesse quest’esperienza, allora il nuovo Ente di gestione ordinaria andrebbe prima dotato di risorse e mezzi adeguati a prendere in carico la manutenzione del bacino lagunare.
Nel caso della Costa Concordia, invece, il problema è di natura diversa, ma non meno complicato. È infatti evidente che la Provincia di Grosseto da sola con la propria struttura di Protezione civile non sarebbe in grado di subentrare alla struttura nazionale nel gestire la rimozione del relitto incagliato sugli scogli del Giglio.
Gli stati di emergenza, infatti, non possono essere trattati in modo burocratico tutti alla stessa stregua, perché diversi sono i motivi che li hanno originati e diverse le condizioni in cui si trovano a poter operare in via ordinaria le istituzioni locali.
Per questo motivo – aggiunge Marras – mi sono preoccupato di segnalare subito le nostre perplessità alla presidenza del Consiglio dei ministri, con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete che vadano al di là di quelle semplicisticamente individuate sulla carta.
Fra l’altro – conclude il presidente della Provincia – non condivido l’ipotesi che il presidente del Consiglio possa delegare la gestione delle fasi di emergenza al ministro dell’Interno. Il Dipartimento nazionale della Protezione civile, salvo la funesta parentesi della gestione Berlusconi-Bertolaso, ha sempre funzionato ottimamente, e la Provincia ha potuto svolgere in modo efficace il proprio ruolo proprio perché era parte di un sistema nazionale collaudato ed efficiente. Motivo per cui non riteniamo ci sia alcun motivo oggettivo per tornare a una situazione quo ante e ad un modello organizzativo centralizzato in mano al Viminale di cui nessuno sente la mancanza».