ISOLA DEL GIGLIO – “Il nostro splendido mare merita tutta l’attenzione possibile. Per questo da fatti gravi come il naufragio della Costa Concordia e la perdita dei fusti contenenti materiali tossici al largo della Gorgona vogliamo trarre tutte le conseguenze: faremo diventare il nostro mare un sorvegliato speciale, grazie a un sistema di osservazione integrato che tenga sotto controllo tutta l’area marina dell’Arcipelago”.
Lo ha annunciato il presidente della Regione Enrico Rossi rispondendo alle domande della stampa nel corso del viaggio verso l’Isola del Giglio, in occasione del seminario europeo organizzato con la Conferenza delle Regioni periferiche e marittime sul tema della sicurezza in mare e dello sviluppo del trasporto passeggeri. Il presidente Rossi ha parlato in particolare di una iniziativa da assumere insieme a Liguria, Sardegna e Corsica con le quali la Toscana condivide il Programma Operativo Marittimo Italia-Francia. Consiste nella realizzazione di una rete radar di sorveglianza, integrata ad un sistema guidato da remoto per il monitoraggio “automatico” del mare tramite una piccola flotta di glider, alianti sottomarini da cui si recuperano informazioni sul mare in profondità come correnti, struttura della massa d’acqua, presenza di contaminanti. Un sistema che può dare risultati importanti in termini di sicurezza della navigazione, prevenzione di incidenti e inquinamenti marini, controllo su comportamenti illegali, capacità di intervento rapido ed efficace in caso di inquinamenti ambientali e che implica investimenti di alcuni milioni.
“Vogliamo avanzare delle proposte all’Unione Europea e al Governo nazionale – ha proseguito il presidente Rossi – per migliorare normative e modelli di intervento per prevenire il ripetersi di incidenti come quello occorso all’Isola del Giglio e quello del Cargo Venezia. E’ di importanza vitale realizzare un sistema di prevenzione degli incidenti legati alle condizioni del mare attraverso previsioni accurate (che per altro nel caso del Cargo Venezia erano state fornite dal Lamma con due giorni di anticipo). Ma occorre che questo sistema dialoghi con tutte autorità che hanno competenza per imporre comportamenti conseguenti ai comandanti delle navi, cioè possano determinare (e ordinare) le rotte e monitorarle”.
“Un approccio integrato alle problematiche della sicurezza in mare deve prevedere norme più adeguate ed efficaci. Il pacchetto normativo europeo, Erika III, ha bisogno di importanti aggiornamenti. Infatti la CRPM è da tempo impegnata a promuovere un nuovo pacchetto normativo, Erika IV, che contenga diversi elementi. Ne cito solo alcuni. La questione della responsabilità civile che potrebbero portare, ad esempio, alla costituzione di un Fondo europeo per gli investimenti necessari ad elevare gli standard di sicurezza e per il controllo e monitoraggio delle rotte. Oppure il tema della formazione del personale occupati nel settore della navigazione. La definizione di standard di qualità (una specie di rating) nella classificazione delle società di navigazione, tema particolarmente incisivo per navi container. Infine servizi nei porti per i quali occorre garantire presenza e qualità. Tema, quest’ultimo rilevante ad esempio per il servizio di raccolta di rifiuti e reflui nei porti, non sempre presente ed efficiente, fatto che talvolta costituisce un alibi per lo sversamento illegale in mare”.
“Ci sono poi esperienze – ha proseguito il presidente – come quella maturata dalla Marina Svedese che coordina il progetto della UE chiamato MONALISA (Motorways and Navigation by Intelligence at Sea) che mirano a limitare la discrezionalità del comandante nello scegliere la rotta radar. Ho domandato agli esperti di un aeroporto toscano – ha aggiunto il presidente Rossi – se gli aerei seguono un piano di volo predeterminato. Mi hanno risposto che sì, anche per voli brevi, il piano di volo viene stabilito prima, approvato da Controllo Traffico Aereo. Ho chiesto se il comandante può decidere autonomamente improvvise deviazioni dal piano prestabilito. Mi è stato risposto che in caso cambiamenti si rendessero necessari sempre deve esserci l’ok preventivo del controllo del Traffico Aereo. Niente improvvisazioni. Perché questo non accade anche nel trasporto marittimo? E’ vero che in mare il rischio di scontro con altre imbarcazioni è minore, ma…ci sono gli scogli, le petroliere e anche la nebbia. Con le regole dell’aria, non ci sarebbero neanche gli “inchini”.
Infine i controlli e il sistema sanzionatorio di violazioni delle norme. “E’ un tema molto serio – ha concluso il presidente Rossi – Se si ha la sensazione di non venire perseguiti e sanzionati, i comportamenti in violazione delle norme sono di fatto incentivati. Un solo esempio: ogni anno, nel tratto di mare posto fra la Sardegna e la Toscana, si verificano fra i 20 e i 30 sversamenti contenenti materiali petroliferi, in molti casi volontari, ossia illegali. Questa situazione deve cessare”.