GROSSETO – La burocrazia soffoca la piccola impresa. Questo, in sintesi, il pensiero di Mauro Sellari, Presidente produzione della CNA provinciale. Sellari, in una accorata lettera aperta, elenca minuziosamente i costi che, tra tasse, bolli e formazione, deve sobbarcarsi un giovane imprenditore che, ad esempio, voglia aprire, con un socio, una falegnameria. 15 mila euro la stima, al ribasso, dei costi fissi per una attività di questo genere, a cui vanno aggiunte 80 ore di formazione (sicurezza, pronto soccorso e antincendio). “Il recente accordo Stato-Regioni sulla formazione – afferma CNA – dispone un innalzamento delle ore destinate ai corsi per la sicurezza (da 16 a 48) per coloro che si apprestano a diventare, per la prima volta, datori di lavoro nelle attività cosiddette “ad alto rischio”, comprendenti larga parte di quelle manifatturiere. La tutela della sicurezza e della salute rappresenta – continua Sellari – un principio irrinunciabile. E’ la somma degli obblighi e dei costi che ne derivano a generare un vero e proprio mostro burocratico.”
Mauro Sellari si chiede se non sia possibile, senza rinunciare alle tutele, “graduare gli obblighi alle dimensioni dell’impresa, evitando di equiparare una società tra due falegnami a una industria siderurgica. Dal lavoro autonomo potrebbe arrivare più di una risposta, anche in termini occupazionali, ma il crescendo di ostacoli che si frappongono a chi intende iniziare (la fase dello start up è quella più delicata) sta raggiungendo livelli allarmanti. A tutto questo va aggiunta, poi, l’attuale crisi del credito con la maggior parte degli istituti bancari che quasi non erogano più prestiti. O si sburocratizza davvero – conclude Sellari – o si danneggia il Paese. Oltretutto, farlo, non costerebbe un euro”