GROSSETO – In vista dell’incontro di domani, il Partito democratico interviene sulla difficile vertenza relativa al Porto di Scarlino a seguito dei preannunciati licenziamenti, chiedendosi perché l’azienda abbia deciso di operare tagli al personale dipendente così significativi e quanto mai dolorosi proprio alle porte della stagione estiva. in una fase ancora di completamento del “sistema porto”, che pertanto dovrebbe essere di crescita e sviluppo sia sotto l’aspetto progettuale che gestionale.
«Nel giro di qualche mese – mette in evidenza la segretaria provinciale, Barbara Pinzuti – nelle dichiarazioni dell’amministratore delegato siamo passati da un porto gestito in modo eccellente ad uno gestito da ‘incapaci’, nel giro di un giorno addirittura si è passati dal firmare una convenzione, che si impegnava a mantenere gli attuali livelli di occupazione, a minacciare licenziamenti collettivi. Queste sono al momento le prospettive di una società che doveva gestire il fiore all’occhiello della portualità turistica toscana.
L’aspetto su cui maggiormente si chiedono spiegazioni, è come sia possibile che la società Marina Management Srl perda ingenti importi sulla gestione, visto che si tratta quasi di gestire un condominio, nel quale si spendono soldi per erogare servizi a domanda e per mandare avanti la struttura, addebitando i costi con un mark up ai clienti possessori di posti barca. Motovo per cui, paradossalmente, riducendo i costi come ad esempio quelli del personale, si riducono anche i guadagni.
Alla luce pertanto degli atti di fiducia che tutte le Amministrazioni coinvolte hanno reso alla società concessionaria Promomar spa e alle sue controllate, il PD chiede all’azionista di maggioranza di rispettare gli impegni assunti, sia relativamente al completamento del progetto che al mantenimento dei livelli occupazionali, già scesi significativamente negli ultimi tre anni, nella convinzione che il futuro economico e sociale di questa area non merita l’atteggiamento di disimpegno che la compagine sociale sembra perseguire.