GAVORRANO – Continua il nostro viaggio per conoscere meglio la politica locale e proseguono le nostre interviste ai consiglieri comunali di Gavorrano. Oggi sentiamo Jurij Di Massa (nella foto), capogruppo in consiglio del centrodestra, candidato a sindaco nelle ultime amministrative per la lista “Di Massa Sindaco” ed esponente del Popolo della Libertà.
Lei non è alla sua primissima esperienza nella politica attiva, ma si è riaffacciato a questo mondo dopo alcuni anni. Che cambiamenti ci sono stati? Cosa le piace della politica oggi e cosa non le piace?
«In realtà non ho mai smesso di fare politica attiva ma la politica non è un lavoro e non dà da vivere o almeno è così che dovrebbe essere, per tutti. In politica c’è chi lavora per la visibilità a tutti i costi, pronto a raccontare qualunque cosa pur di rimanere al potere e chi invece crede ancora che la politica vada fatta per spirito di servizio, come la facevano i nostri padri ed i nostri nonni. Oggi spadroneggiano quelli che fanno politica di professione, la cosiddetta “casta”, gente che nella vita che viviamo noi tutti i giorni, una vita di lavoro e di sacrifici, non sopravviverebbe un solo giorno. Dinastie di politici che cambiano casacca e si fanno guerra tra loro per una poltrona senza la quale nella vita normale sarebbero degli sciagurati. In questo la politica è cambiata, l’Italia è il Paese dei martiri risorgimentali e di quelli della lotta di liberazione, non molto tempo fà la nostra gente era pronta a dare la vita per un’idea, oggi le idee si vendono in cambio di una poltrona. Un cambiamento decisamente radicale».
A maggio del 2011 la sua candidatura a sindaco, che esperienza è stata, la rifarebbe?
«Sono stato eletto con i consensi di una vasta area politica che, se tornasse unita, potrebbe vincere le elezioni del 2013, in quest’ottica andrà ridiscussa l’intera squadra di governo da presentare alla prossima tornata elettorale, in casa nostra non ci sono né preclusioni, né pregiudizi, la partita è aperta a tutto campo, ma solo alle persone perbene».
Nove mesi da capogruppo del centrodestra all’opposizione. Si può tracciare un bilancio della sua attività consiliare?
«Le dico solo che gli amici consiglieri della nostra provincia, mi considerano come una sorta di reduce della “campagna di Russia” e sono piuttosto sconcertati dalla singolare situazione di Gavorrano dove i candidati pur di riuscire a prendere voti sono pronti a travestirsi da “uomini nuovi” e nonostante abbiano vissuto una intera vita nel PD, anzi, avendo costruito la propria fortuna elettorale grazie al PD, cambiano casacca e raccontano di essere alternativi, vista dall’esterno sembra una storia incredibile. Un trasformismo inconcepibile in contesti normali. Quanto alla mia attività consiliare, ho cercato di portare l’attenzione del Consiglio sui temi concreti denunciando l’incuria in cui versa il patrimonio pubblico: scuole, strade, illuminazione, marciapiedi, parchi, ma questi argomenti non creano consensi e gloria come le promesse di grandi opere e lavoro, cose facili da promettere ma impossibili da realizzare per un Comune in dissesto come il nostro. Una cosa è certa, Gavorrano sta cambiando ed i cittadini stanno cominciando a capire che il degrado generale della città e la qualità dei servizi dipendono dalla capacità di chi li amministra ed in molti non sono più disposti a credere alle storielle che vengono raccontate ad ogni campagna elettorale. Già da quest’anno le buste paga dei cittadini gavorranesi, per volere di questa Giunta, saranno più leggere grazie al raddoppio dell’addizionale IRPEF e non è colpa del Governo nazionale e neppure della Filippi».
Lei ha proposto una serie di mozioni in consiglio tra queste anche quella sul conferimento della cittadinanza onoraria a Vincenza Filippi, commissario prefettizio a Gavorrano per 9 mesi. Perché credevate tanto in quella mozione?
«Anzitutto perché era una richiesta proveniente dal Professor Maiani e tanto basta, almeno per noi che sappiamo cosa ha fatto il professore per la nostra comunità. In secondo luogo perché la dottoressa Filippi, ancor più in quel momento storico politico della nostra città, ha rappresentato la personificazione della buona e corretta amministrazione, un organo imparziale, non legato alla catena di comando di nessuno, fuori dalle logiche dei capibastone locali, in una parola: il buon amministratore. Quella mozione, contro la quale votarono i borghiani ed il PD, rappresentava un riconoscimento a tutto questo e per noi anche un segnale di discontinuità col passato; evidentemente una amministrazione corretta, trasparente ed imparziale, non piace alla vecchia politica gavorranese, abituata a gestire la cosa pubblica tra amici e come cosa propria e con la Filippi tutto questo non era possibile».
Come sono stati i rapporti con la maggioranza e con le altre opposizioni? Lei spesso si è trovato isolato in Consiglio anche dai banchi dell’opposizione.
«Noi siamo stati e siamo l’unica opposizione consiliare, basta guardare gli atti del Consiglio per rendersi conto che quelli che dovevano fare opposizione insieme a noi (Balloni e PD), hanno sempre votato a favore e qualche volta si sono astenuti sulle proposte della maggioranza, le eccezioni si contano su un paio di dita. Questo atteggiamento benevolo testimonia quello che abbiamo sempre detto sin dalla campagna elettorale: Balloni, Borghi e Mondei sono esponenti della stessa scuola politica, separati in casa dalle primarie del 2009, ma ancora conviventi ed esponenti della stessa parrocchia, tanto che sono sicuro che almeno due dei tre abbiano già trovato un accordo per la prossima tornata elettorale. Non ho mai avvertito l’isolamento politico, la storia insegna che questo appartiene a chi pensa colla propria testa, senza paura e senza compromessi, anche se molti disgraziatamente confondono la politica con i rapporti personali, vero cancro culturale della nostra città; Voltaire diceva: “Non condivido le tue idee, ma combatterò fino alla morte per difendere il tuo diritto ad esprimerle”, ma qui da noi si combatte per ottenere il silenzio e la morte civile dell’avversario e su quest’ultimo argomento vorrei proporre a breve un incontro con tutte le forze politiche del nostro Comune per porre fine allo squallido stillicidio di polemiche, inutili e spesso personali, che altro non fanno che seminare discredito sulla nostra comunità oltre a dare un pessimo esempio ai nostri giovani concittadini».
Gavorrano tornerà al voto nel 2013 per la fine anticipata della legislatura: c’è per lei la possibilità di correre nuovamente come sindaco o magari come capolista del suo schieramento? Nel futuro della politica di Gavorrano ci sarà ancora Jurij Di Massa?
«Farò ciò che la nostra coalizione mi chiederà, nessuna opzione è esclusa. Al tempo la scelta ricadde su di me perché dicevano che Gavorrano aveva bisogno di qualcuno non incline ai compromessi e pronto a dar battaglia senza quartiere contro la vecchia politica. Finita com’è l’era Borghi, Gavorrano è matura per un vero cambiamento, se i miei concittadini apriranno gli occhi, sono sicuro che il futuro ci riserverà ancora delle sorprese».