GROSSETO – La Cardiologia dell’ospedale Misericordia di Grosseto protagonista di uno studio internazionale sull’uso di un nuovo farmaco, per la prevenzione delle complicanze nell’angioplastica coronarica. I risultati di “Best”, questo è il nome dello studio, sono stati presentati, nei giorni scorsi, in anteprima mondiale all’American College of Cardiology, in programma a Chicago. L’Ospedale di Grosseto è stato infatti il centro leader della sperimentazione, insieme al San Raffaele di Milano.
“In sintesi, lo studio ha sperimentato, in pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica, un nuovo farmaco anti-infiammatorio, il bindarit, che si è dimostrato capace di ridurre significativamente la tendenza alla riocclusione della coronaria dopo l’impianto dello stent – spiega Ugo Limbruno, responsabile dell’Emodinamica di Grosseto – I risultati della sperimentazione aprono quindi la strada ad una nuova possibilità di trattamento nei pazienti che devono sottoporsi ad angioplastica coronarica, ma che non possono essere trattati con l’impianto di uno stent medicato a causa di un elevato rischio di complicanze emorragiche. Se i risultati di questo studio pilota saranno confermati da successive sperimentazioni su vasta scala, sarà possibile trattare i pazienti coronaropatici ad elevato rischio di emorragie mediante l’impianto di semplici stent metallici in abbinamento alla somministrazione per via orale del farmaco”.
Al valore prettamente scientifico dello studio, che colloca l’Ospedale di Grosseto tra le strutture italiane di rilievo nelle sperimentazioni in campo cardiologico, spiega la direzione aziendale “vanno aggiunti i vantaggi per i nostri pazienti: attraverso la sperimentazione clinica, infatti, i casi più complessi, hanno la possibilità di essere trattati con le terapie più evolute ed avanzate a disposizione degli operatori sanitari, con risultati significativi in termini di esiti degli interventi e di qualità della vita per i pazienti stessi”, spiega una nota della Direzione aziendale della Asl 9.