di Giulio Gasperini
CALDANA – Ogni visitatore che passa per Caldana e ha la fortuna di trovarle aperte rimane impressionato e sbalordito dallo splendore e dall’imponenza delle cantine che impreziosiscono Caldana Vecchia: una serie di piccoli tesori, dal Cantinone ai vari altri locali che scendono nelle profondità del suolo e diventano la perfetta location suggestiva per eventi e manifestazioni, come la Sagra d’Autunno e i più recenti Mercatini di Natale. In pochi sanno, infatti, che Caldana Vecchia è percorsa da una fitta rete di cunicoli e passaggi, costruiti probabilmente durante le varie fasi di incastellamento per collegare le varie cantine e offrire percorsi di fuga in caso di pericolo. I principali cunicoli, infatti, sono due: uno che parte da sotto il muro della Chiesa di San Biagio e si spinge fino ai Fontini; l’altro, invece, che parte dall’enorme cantina sotto la Chiesa e si spinge in direzione opposta, scendendo fino alle pendici della collina, in località Bagnaccio – laddove, una volta, sgorgavano le acque calde.
Qualche caldanese li ricorda sempre, codesti cunicoli, anche se da anni sono chiusi e non più percorribili. Furono utilizzati anche durante la guerra, perché durante i bombardamenti e in situazioni di pericolo i caldanesi vi si nascondevano e vi trovavano riparo. Poi, per varie ragioni, i collegamenti divennero impraticabili e non più accessibili. Uno crollò, secondo alcune ipotesi, a causa dello sprofondamento di un pino (quelli che intorno alla metà degli anni Sessanta furono piantati sulla salita della Chiesa, e che per tanti anni hanno rappresentato un tipo skyline del paese). Fino a quella data, infatti, il cunicolo era aperto e i ragazzi – in tanti lo ricordano – ci andavano persino a giocare.
Adesso l’Associazione “Società di Mutuo Soccorso” ha incaricato un gruppo di geometri per verificare l’effettiva situazione dei cunicoli e per capire se siano effettivamente crollati e se possano tornare agibili, così da restituire al paese un’ulteriore immensa ricchezza.