GROSSETO – Una richiesta diretta alle amministrazioni comunali per far applicare l’aliquota minima dell’Imu agli immobili delle imprese di costruzioni. È quella avanzata dall’Ance di Grosseto in vista dell’introduzione della nuova Imposta Municipale Unica. Secondo la normativa infatti i comuni possono decidere di applicare aliquota “speciali” per particolari immobili. La legge parla di una percentuale dello 0,4%.
«La norma – scrive Mauro Carri, direttore dell’Ance – consente ai Comuni di ridurre l’aliquota fino allo 0,4% nel caso di immobili strumentali o posseduti da soggetti IRES, nonché più in generale, per quelli concessi in locazione a terzi. Tra gli immobili locati rientrano senza dubbio quelli che nel corso degli ultimi anni sono stati realizzati da imprese e che hanno beneficiato dei contributi pubblici regionali per la locazione permanente o a termine prima descritti. È evidente che i suddetti alloggi, locati ad un canone calmierato a nuclei familiari con reddito medio-basso, consentono di contribuire in modo consistente alla crescente domanda abitativa di quella fascia sociale che non riesce ad accedere al libero mercato della locazione o della vendita».
«L’Ance Grosseto ritiene che tali immobili, destinati per convenzione con le stesse Amministrazioni comunali alla locazione, debbano scontare l’applicazione dell’IMU nella misura minima consentita dal legislatore nazionale, tenuto conto da un lato della valenza sociale detenuta dagli stessi, ma anche, dall’altro lato, della sostenibilità economica degli interventi realizzati dagli operatori privati».
E la richiesta dell’Ance si estende anche agli immobili realizzati dalle imprese di costruzioni e in attesa di essere venduti per i quali c’è la possibilità di applicare un’aliquota dello 0,38%. «Si prevede – aggiunge Carri – anche la possibilità per i Comuni di ridurre l’aliquota di base fino allo 0,38 per cento per i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei lavori. L’adozione di tale misura pone rimedio ad una previsione iniqua e dannosa qual è appunto la tassazione del così detto “magazzino” che colpisce esclusivamente il settore delle costruzioni non trovando analoga previsione in altri settori».