GROSSETO – Oltre 10.000 imprese dovevano aggiornare la propria iscrizione all’Albo gestori ambientali entro il 25 dicembre 2011 a causa di un cambiamento della normativa intervenuto successivamente alla loro adesione. Un aggiornamento che si è trasformato in una beffa per le imprese, sfinite da una serie di scadenze difficili da comprendere e ricordare. Certo è che, se di dimenticanza si tratta, è una dimenticanza diffusa visti i numeri delle imprese che ne sono state vittime. La prima scadenza per l’aggiornamento era stata fissata il 30 giugno 2011: c’è stato poi bisogno dell’intervento delle associazioni di categoria per farla prorogare, ma questo non è bastato a evitare il danno a tante imprese che, per i motivi più vari, non sono state raggiunte dall’informazione o, comunque, essendo già iscritte e pagando regolarmente i 50 euro di quota annuale di iscrizione, non si sono attivate per ottemperare all’aggiornamento dei loro dati. Molte ancora oggi non sanno neppure di essere state cancellate d’ufficio dall’Albo e si stanno esponendo, inconsapevolmente, a sanzioni pesanti (l’ultima di cui abbiamo conoscenza è di oltre 3.000 euro e responsabilità penale) o comunque spiacevoli, come vedersi improvvisamente rifiutato il ritiro dei materiali di scarto in discarica. In Maremma le aziende cancellate sono 190.
“I nostri uffici – afferma Mauro Ciani segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto – hanno a suo tempo divulgato la notizia e contatteranno le imprese cancellate per capire se sono consapevoli di aver perso l’iscrizione all’Albo gestori ambientali, dando la completa disponibilità a predisporne una nuova. Tante sono le aziende (il problema riguarda soprattutto quelle edili) che non hanno ricevuto alcuna informativa e le poche che hanno avuto la comunicazione hanno accertato che questa è sia stata spedita per posta ordinaria o occasionalmente per e-mail (senza posta certificata). Riteniamo che la situazione sia particolarmente grave e delicata. Confartigianato Imprese Grosseto si è già attivata nei vari livelli interessati e sta valutando tutte le strade per evitare che quanto accaduto si trasformi, come purtroppo sta accadendo, nell’ennesima beffa per le imprese: pagare nuovamente un’iscrizione già fatta, circa 300 euro di ulteriore inutile balzello della burocrazia”.